Trentatreesimo giorno di viaggio in kayak
Spiaggetta a nord di Polis - Paralia Piso Aetos
15 km in kayak con mare increspato
Versante occidentale di Itaca
Chissà perché quando mangio cipolle crude poi non dormo.
In tenda mi rigiro sul materassino e mi arravoglio nel sacco a pelo: esco più volte per guardare le stelle e devono trascorrere alcune ore perché sulla tenda si susseguono le varie costellazioni del cigno, dell'aquila e del delfino, che tramontano una dietro l'altra oltre il promontorio scuro di Cefalonia, punteggiato qua e là dalle lucine sparse dei paesini montani e costieri.
Le nostre notti in campeggio nautico sono comunque talmente lunghe da farci restare tra le braccia di Morfeo per circa 10 ore.
Al mattino resto a guardare un cormorano che pesca su e giù per la baia, un branco di aguglie che "zampilla" fuori dall'acqua ed una capra che un po' perplessa ma tutt'altro che intimorita attraversa la spiaggia davanti ai kayak per andare a bere sugli scogli.
La contemplazione silenziosa è interrotta bruscamente dall'arrivo di due barconi stracolmi di turisti che hanno mezz'ora per fare il bagno e godere dei colori speciali della cala. Partiamo prima di loro e costeggiamo verso sud la costa lineare e poco attraente di Itaca.
Facciamo una sosta a metà percorso perché c'è dell'ombra naturale in alcune spiaggette di ciottoli bianchi protette da scogli scuri, residui di frane più o meno recenti che anche su questo versante dell'isola continuano ad essere evidenti e frequenti.
Schiaccio un pisolino mentre Mauro passeggia su queste minuscole calette che sembrano mezze lune ritagliate tra la terra terrazzata dei vecchi uliveti ed il mare profondo che separa Itaca da Cefalonia, o le collega, secondo la versione che preferisco da quando ho fatto mia l'idea che "il mare unisce le terre che divide"!
La brezza che al mattino ha imbiancato un po' il mare, adesso è più decisa e ci fa capire che è tempo di riprendere a navigare: ed è con vero piacere che trottiamo verso sud ad un'andatura doppia rispetto al normale, tanto da coprire la distanza odierna in un paio d'ore. Ci divertiamo sempre come due bambini quando possiamo cavalcare così le onde, senza penare per mantenere la rotta e soprattutto senza fare quasi nessuna fatica per avanzare lungo la costa.
Sbarchiamo nel porto di Piso Aetos per cercare sigarette perché l'uomo di ferro è di nuovo in riserva. Da questo molo aperto sul braccio di mare interno tra le due isole partono i traghetti giornalieri che collegano Itaca a Cefalonia e a Patrasso. C'è un bel botteghino per i biglietti con delle belle panchine all'ombra, un bel bar con ombrelloni e diversi tavolini affacciati su dei fondali cristallini e turchesi e persino un bel servizio di accoglienza per gli automobilisti che devono imbarcarsi. Ma niente sigarette.
Riesco a contrattare l'acquisto per pochi spiccioli del pacchetto residuo di un ragazzo greco che non parla inglese ma che sembra molto contento di aiutarmi con quelle sue poche sigarette.
Montiamo il campo poco distante dal molo, su una spiaggetta coi soliti ciottolini bianchi che però è poco più profonda dei nostri kayak. Non è il posto più bello in cui abbiamo dormito ma per oggi può andare: domani ci aspetta la traversata di ritorno a Sami e questo è un punto strategico.
Anche per farci lo schampoo, il secondo del viaggio, con la messa in piega naturale della brezza serale. EDomenica 17 agosto 2025
Trentatreesimo giorno di viaggio in kayak
Spiaggetta a nord di Polis - Paralia Piso Aetos
15 km in kayak con mare increspato
Versante occidentale di Itaca
Chissà perché quando mangio cipolle crude poi non dormo.
In tenda mi rigiro sul materassino e mi arravoglio nel sacco a pelo: esco più volte per guardare le stelle e devono trascorrere alcune ore perché sulla tenda si susseguono le varie costellazioni del cigno, dell'aquila e del delfino, che tramontano una dietro l'altra oltre il promontorio scuro di Cefalonia, punteggiato qua e là dalle lucine sparse dei paesini montani e costieri.
Le nostre notti in campeggio nautico sono comunque talmente lunghe da farci restare tra le braccia di Morfeo per circa 10 ore.
Al mattino resto a guardare un cormorano che pesca su e giù per la baia, un branco di aguglie che "zampilla" fuori dall'acqua ed una capra che un po' perplessa ma tutt'altro che intimorita attraversa la spiaggia davanti ai kayak per andare a bere sugli scogli.
La contemplazione silenziosa è interrotta bruscamente dall'arrivo di due barconi stracolmi di turisti che hanno mezz'ora per fare il bagno e godere dei colori speciali della cala. Partiamo prima di loro e costeggiamo verso sud la costa lineare e poco attraente di Itaca.
Facciamo una sosta a metà percorso perché c'è dell'ombra naturale in alcune spiaggette di ciottoli bianchi protette da scogli scuri, residui di frane più o meno recenti che anche su questo versante dell'isola continuano ad essere evidenti e frequenti.
Schiaccio un pisolino mentre Mauro passeggia su queste minuscole calette che sembrano mezze lune ritagliate tra la terra terrazzata dei vecchi uliveti ed il mare profondo che separa Itaca da Cefalonia, o le collega, secondo la versione che preferisco da quando ho fatto mia l'idea che "il mare unisce le terre che divide"!
La brezza che al mattino ha imbiancato un po' il mare, adesso è più decisa e ci fa capire che è tempo di riprendere a navigare: ed è con vero piacere che trottiamo verso sud ad un'andatura doppia rispetto al normale, tanto da coprire la distanza odierna in un paio d'ore. Ci divertiamo sempre come due bambini quando possiamo cavalcare così le onde, senza penare per mantenere la rotta e soprattutto senza fare quasi nessuna fatica per avanzare lungo la costa.
Sbarchiamo nel porto di Piso Aetos per cercare sigarette perché l'uomo di ferro è di nuovo in riserva. Da questo molo aperto sul braccio di mare interno tra le due isole partono i traghetti giornalieri che collegano Itaca a Cefalonia e a Patrasso. C'è un bel botteghino per i biglietti con delle belle panchine all'ombra, un bel bar con ombrelloni e diversi tavolini affacciati su dei fondali cristallini e turchesi e persino un bel servizio di accoglienza per gli automobilisti che devono imbarcarsi. Ma niente sigarette.
Riesco a contrattare l'acquisto per pochi spiccioli del pacchetto residuo di un ragazzo greco che non parla inglese ma che sembra molto contento di aiutarmi con quelle sue poche sigarette.
Montiamo il campo poco distante dal molo, su una spiaggetta coi soliti ciottolini bianchi che però è poco più profonda dei nostri kayak. Non è il posto più bello in cui abbiamo dormito ma per oggi può andare: domani ci aspetta la traversata di ritorno a Sami e questo è un punto strategico.
Anche per farci lo schampoo, il secondo del viaggio, con la messa in piega naturale della brezza serale.
E per oggi può bastare.
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Passatempo della prima colazione |
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Visite mattutine |
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La baietta accanto al porto di Piso Aetos |
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Il campo non è dei migliori ma l'abbiamo attrezzato bene! |
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Selfie dello shampoo |
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