IL BLOG DI TATIYAK

Il kayak è diventato la nostra grande passione, quella che ci appaga al punto da abbandonare tutte le altre per dedicarci quasi esclusivamente alla navigazione.
In kayak solchiamo mari, silenzi, orizzonti ed incontriamo nuovi amici in ogni dove...
Così abbiamo scoperto che la terra vista dal mare... è molto più bella!
Tatiana e Mauro

Le nostre pagine Facebook: Tatiana Cappucci - Mauro Ferro
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06 agosto 2025

Un buon pretesto per restare

Martedì 6 agosto 2025
Ventiduesimo giorno di viaggio in kayak
Spiaggia dei sassi rosa (senza nome sulla mappa)
0 km in kayak con mare ancora mosso
Un buon pretesto per restare


Cercavamo già da ieri sera un buon pretesto per restare in questa piccola spiaggia dove non si arriva né da terra né dal mare, almeno non in questi giorni di forte vento e onde frangenti.


Il temporale che ci sveglia di primo mattino ci offre la giusta occasione: prima, di restare un altro paio d'ore in tenda al riparo della pioggia, che a tratti diventa grandine; poi, di mettere tutto al sole ad asciugare, telo esterno e sottotenda soprattutto, perché l'acqua come sempre si infiltra dove può; infine, di trattenerci ad osservare il cielo cangiante di forme e colori, perché anche quando il sole sembra essersi ormai imposto sulla pioggia, restano ancora dei nuvoloni neri a sovrastare i monti retrostanti.


Il temporale ci regala anche uno spettacolo maestoso: inizia alle prime luci dell'alba ad illuminare l'orizzonte con bagliori rosati accompagnati da boati sommessi; continua quando il sole già alto con tre fronti nuvolosi che scaricano acqua sul mare e nascondono alla vista anche le isole più vicine, come chiuse dietro un velo di tulle grigio-perla; prosegue con un groppo che avanza deciso sull'acqua e che anticipa l'odore della pioggia, giusto il tempo di farci sistemare il sovratelo impermeabile, che mai finora avevamo tirato fuori dal gavone; intensifica poi con scrosci di pioggia che sembrano ancora più pesanti nel rettangolo chiuso della nostra tendina, ora talmente scuro che per leggere devo accendere la luce frontale; insiste con la grandine ed i lampi ed i tuoni che fragorosi esplodono proprio sulle nostre teste, facendoci capire che tra un po' il temporale estivo sarà passato.


Come tutti i temporali estivi, arriva e scompare in fretta: per l'ora di pranzo è già tutto asciutto ed il caldo ci avvolge come se niente fosse accaduto. Mauro prepara una consistente riganada con gli ultimi pomodori, il formaggio locale e gli odori che quest'anno ho dimenticato e che abbiamo ricomprato in tre belle confezioni da collezione (che potrò riempire di ciottolini e conchigliette non appena ritorno a casa).


Per un momento pensiamo anche di poter ripartire, perché il vento fa finta di calare ed il mare sembra quietarsi un poco. Ma è solo una finta, perché le onde tornano presto a frangere sulla riva, tanto da portarsi via dalla battigia la mia scritta con le canne e da riprendere a fare l'eco nella grotta davanti alla quale abbiamo sistemato la tenda.


Non ci resta che restare qui a contemplare la natura: sistemiamo dei pezzetti di canne a mo' di sentierello per aiutare delle formichine agguerrite che trascinano un nocciolo di oliva; cerco senza successo di scattare delle fotografie ad un paio di piccole lucertoline scure che rapide si nascondo tra i sassi; ammiriamo il ritorno di un caprone dalle corna ritorte e dal lungo pelo nero che segue un sentiero invisibile sul cornicione del dirupo e che si arrampica sul tronco aperto nel vuoto di una delle piante che in questi due giorni ci ha offerto la sua ombra. 


Ci dedichiamo a sistemare un po' la caletta per renderla il più accogliente possibile: il bagno lontano, la cucina al riparo del masso più grosso, la sala da pranzo tra i tronchi spiaggiati, la camera da letto sotto le fronde fresche e fruscianti. Mauro adatta una tanica bianca ed una tavola levigata come piano da lavoro e trova un pezzo di espanso come cuscino per il mio divano ricavato tra i ciottolini più fini. Io invece mi perdo dietro agli arredi interni con la ricostruzione degli omini di pietra crollati col vento.

E poi guardiamo il mare. 

Fino a sera.


Uno dei tre fronti nuvolosi che...

... che ha raggiunto il nostro campo!
Sembra proprio che abbiam fatto naufragio!
W Cefalonia 🧡
Ricordo della spiaggia senza nome

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