IL BLOG DI TATIYAK

Il kayak è diventato la nostra grande passione, quella che ci appaga al punto da abbandonare tutte le altre per dedicarci quasi esclusivamente alla navigazione.
In kayak solchiamo mari, silenzi, orizzonti ed incontriamo nuovi amici in ogni dove...
Così abbiamo scoperto che la terra vista dal mare... è molto più bella!
Tatiana e Mauro

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13 agosto 2025

Il duo del taglione

Mercoledì 13 agosto 2025
Ventinovesimo giorno di viaggio in kayak
Spiaggetta est delle Isole Formiche - Spiaggetta sud del golfo di Marmaka (Itaca)
19 km in kayak con mare piatto
Il duo del taglione


Stanotte abbiamo dovuto zavorrare i piedi della tenda per la prima volta dall'inizio del viaggio. È un brevetto esclusivo dell'uomo di ferro che prevede l'uso di quattro stecche, ciascuna per ogni piede della tenda, e di otto sassi, due per ciascuna stecca ed abbastanza pesanti per contrastare la forza del vento. La tenda resta ancorata a terra, anche se la brezza della sera la fa gonfiare fino a notte inoltrata, agitando un poco i miei sogni.

Stamattina invece è tornata la calma e ci godiamo il caldo della caletta dove non entra neanche una bava di vento.


Alle dieci e mezza entra un barcone carico di turisti per un bagnetto di mezz'ora e fortuna vuole che, nonostante il caldo, siamo un po' in anticipo sul nostro solito ritardo:  possiamo così lasciare in fretta la baia invasa dalla "minestrina di Mafalda".

Approfittiamo della giornata di bonaccia per tornare ad Itaca, programmando una rotta diretta di una ventina di chilometri che richiede cinque ore tonde, l'incrocio di varie imbarcazioni a motore ed una bella pausa a metà traversata per un fruttino ed una sigaretta.


La navigazione in mare aperto è sempre uno dei nostri momenti preferiti perché ci rilassiamo, ci godiamo il silenzio del mare e ci perdiamo appresso ai nostri pensieri.

Questa traversata, che al principio sembra placida e quasi noiosa, diventa un poco più movimentata quando una brezza si alza decisa in direzione contraria, rendendo la nostra andatura ancora più lenta del solito.

Una barca a vela ci raggiunge a poppa e dal ponte ci chiedono in inglese se va tutto bene: oltre ai nostri pollici alzati al cielo, parlano per noi i nostri sorrisi pieni e sinceri.

Ma chissà poi perché ci piace così tanto pagaiare, pagaiare insieme e pagaiare in Grecia!


Allo sbarco abbiamo talmente tanta fame che dimezziamo la cambusa: sgombro e tonno, feta e pomodori, olive e cetrioli per una panzanella arricchita che ci sembra un ottimo preludio per la cena.

La spiaggia è vuota, forse perché piena di legna spiaggiata e di ciottoloni giganti. 

Ci sono "solo" tra mega yacht ancorati sul lato settentrionale che però non ostruiscono la visuale su Atokos. Le Isole Formiche che abbiamo lasciato stamattina, invece, non si vedono perché una foschia rosata nasconde non solo le isole ma anche la terra ferma.

Aspettiamo l'ora di cena in compagnia di vespe e cicale, guardando le vele bianche che ogni tanto solcano il mare blu davanti ai nostri kayak e che al tramonto sembrano tante piccole barchette di carta.



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