Trentunesimo giorno di viaggio in kayak Spiaggetta nord del golfo di Marmaka - Spiaggetta est del Capo nord
5 km in kayak con mare calmo
Attrazione fatale
Ci sveglia il temporale.
Nel cuore della notte senza stelle.
La brezza della sera era aumentata tanto da indurci a legare bene la tenda ai kayak, con dei tiranti che ci portiamo dietro da quando li abbiamo trovati in mare durante la circumnavigazione di Kia, la prima delle Isole Cicladi che abbiamo visitato nel 2016.
Per montare il sovratelo, che di solito non usiamo per via del gran caldo, abbiamo dovuto prima sciogliere e poi rifare una dozzina di nodi. La pioggia più forte è scesa proprio in quel mentre, inzuppandoci dalla testa ai piedi come due pulcini. Ci infiliamo di nuovo nei sacchi a pelo che siamo ancora tutti bagnati, ma il sonno ci chiama e ci culla la pioggia che riprende timida a ticchettare sulla tenda.
La mattina di sole inizia tardi perché i cespugli più alti ci riparano per un paio d'ore, giusto il tempo che ci serve per stendere tutto ad asciugare, mentre noi facciamo colazione osservando le varie barche a vela che lasciano la rada.
Un airone cinerino plana sulle nostre teste e sullo stagno retrostante proprio quando decidiamo di riprendere il mare.
Il programma della giornata è di doppiare il capo settentrionale di Itaca e di ridiscendere sul versante occidentale fino alla spiaggia di Polis, dove abbiamo trascorso serate indimenticabili nei precedenti nostri viaggi.
Iniziamo così a costeggiare questa prima penisola che è rimasta disabitata e selvaggia, visto che l'unica strada è uno sterrato stretto e difficile da percorrere perché spesso a precipizio sul mare.
Lungo la costa frastagliata si aprono un altro paio di calette in cui ci sarebbe piaciuto fermarci, ma guardiamo il gps e la percorrenza giornaliera è scandalosamente bassa: appena 2 km, che ci sembrano davvero troppo pochi per meritarci una sosta.
Ma poi arriviamo al capo e come tutti i programmi, anche il nostro subisce un repentino cambiamento.
Sulle prime, pensiamo di sbarcare solo per una pausa, magari per un pranzetto all'ombra dei ginepri che rigogliosi incoronano la baia più a nord di Itaca e che protendono i rami fin quasi a toccare l'acqua limpida e turchese.
Ma poi sotto quegli stessi rami troviamo un perfetto terrapieno di ciottolini levigati che mani esperte si sono premurate di sistemare proprio per sdraiarsi all'ombra davanti al mare.
E poco oltre la fitta siepe di macchia mediterranea, altre mani operose hanno predisposto delle piazzole per le tende, sgombrando il tappeto compatto di terra rossa da ogni più piccolo sassolino.
Non ci sembra educato andar via senza approfittare dei servizi offerti, della pace che aleggia sulla baia e del silenzio che cala subito attorno a noi, tanto da farci sprofondare per un paio d'ore in uno dei sonnellini più goduriosi del viaggio.
E ce ne restiamo così fino al tramonto, a guardare il mare e ad ascoltare la risacca, festeggiando a nostro modo ed in perfetta solitudine un ferragosto isolano fuori dalle rotte turistiche.
![]() |
Asciugatura mattutina dopo il temporale notturno |
![]() |
La cala più tranquilla di Itaca |
![]() |
Bagnetti e sonnellini per tutto il pomeriggio |
![]() |
Manina di terra |
![]() |
Manina della spiaggetta est del capo nord di Itaca |
Nessun commento:
Posta un commento
Solo gli utenti con account Google possono inserire commenti. Grazie.