IL BLOG DI TATIYAK

Il kayak è diventato la nostra grande passione, quella che ci appaga al punto da abbandonare tutte le altre per dedicarci quasi esclusivamente alla navigazione.
In kayak solchiamo mari, silenzi, orizzonti ed incontriamo nuovi amici in ogni dove...
Così abbiamo scoperto che la terra vista dal mare... è molto più bella!
Tatiana e Mauro

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11 agosto 2025

Tratto nord di Kalamos

Lunedì 11 agosto 2025
Ventisettesimo giorno di viaggio in kayak
Spiaggia Diamà (Kastos) - Spiaggia speciale senza nome a nord di Kalamos 
15 km in kayak con mare calmo
Tratto nord di Kalamos


La notte di luna piena è stata funestata dal tentativo di un gruppo di giovani turisti italiani di accendere un fuoco in spiaggia: scendono coi tender a più riprese da tre barche a vela ancorate in rada e si avvicinano alla tenda per chiedere se il loro piano può disturbarci. Che teneri. 

Io li accolgo con le mani sui fianchi tipo signorina Rottenmeier di Heidi e li blandisco con un suggerimento turistico: "In paese c'è un cocktail bar al mulino a vento che è uno spettacolo!" mentre Mauro aggiunge categorico: "I fuochi sono vietati e c'è allarme incendi in tutta la Grecia, visto che sono appena passati 5 canadair in volo!"


Il piano fuoco salta e vanno in paese ma quando rientrano, forse a mezzanotte, la spiaggia diventa una specie di mercato rionale in cui si rincorrono urla e risate e nomi chiamati da lontano e risposte scurrili lanciate da un tender all'altro. E la scenetta si sarebbe pure conclusa in fretta se nel trambusto generale non si fossero dimenticati a terra quattro compagni che per i successivi 40 minuti non fanno altro che lamentarsi, chiamare al cellulare e lamentarsi ancora.

Ci ritroviamo svegli nel cuore della notte a sgranocchiare chicchi di mais abbrustolito nell'attesa che ritorni la calma.


La giornata è quindi condizionata dalla carenza di sonno.

Mi aiuta a recuperare un poco di energie la scoperta al mattino di un abbeveratoio di pietra scalpellata a mano, forse usato per le capre e chissà come finito sotto uno dei cespugli che abbelliscono la spiaggia. 

Starebbe bene nel nostro giardino, ma è più grande del pozzetto di un kayak e ad occhio più pesante dei nostri due kayak insieme: riesco a convincere Mauro solo a scattarmi qualche foto per riportare a casa almeno il ricordo.


Lasciamo Kastos, una sequenza di morbide colline ricoperte di "querciulivi", per traversare su Kalamos, montuosa isola ricoperta invece di pini verdissimi, che saturano subito l'aria di un piacevole odore di resina.

Entriamo nel porto e torniamo nella stessa taverna del viaggio del 2017 intorno alle Isole Ioniche e al Peloponneso e l'unica aperta all'ora di pranzo tra i locali di vario tipo affacciati sul molo.

Dopo un lauto pasto mi sdraio sulla panchina all'ombra di uno dei due platani che segnano l'inizio di quella che sembra essere l'unica strada del paese, percorsa da auto senza targa, motorini smarmittati e molte automobiline elettriche da golf. Schiaccio un pisolino.


Scopriamo così che la strategia migliore è proprio questa: stare in porto fin quando è vuoto e lasciarlo non appena iniziano a rientrare i vari motonauti.

Ma stavolta non si crea nessun ingorgo perché il molo è più ampio e l'andirivieni del micro-traghetto non crea lo scompiglio a cui abbiamo assistito a Kastos.

Mi sento stanchissima e spero di sbarcare presto nella spiaggetta che abbiamo adocchiato sulla mappa, giusto sulla punta settentrionale di Kalamos. 

Invece l'isola ci riserva ancora una sorpresa e ci presenta una caletta incastonata tra una strapiombante parete tufacea sormontata di pini ed una bassa scogliera dilavata dal mare, che sembra formare quasi un piccolo porticciolo naturale. Tutto per noi.


Nell'incredulità del momento ci spingiamo a curiosare oltre il capo, per vedere se la spiaggia della mappa possa offrire uno sbarco migliore, ma la troviamo affollata di decine di motoscafi in mare e di decine di bambini urlanti a riva. 

Ci guardiamo e senza neanche proferire parola invertiamo la rotta per tornare alla nostra spiaggetta speciale.

L'aria è calda come se avessero acceso un enorme asciugacapelli, in cielo volteggia uno stormo di strane cornacchie isolane e in mare sfrecciano gli ultimi gommoni. 

Mi stendo sui ciottolini del conglomerato tipico di questo tratto di costa, Mauro controlla la rotta dei prossimi giorni e adesso non facciamo altro che aspettare l'arrivo della sera...


Il ritrovamento dell'abbeveratoio

La lunga sosta nel porto di Kalamos
La nostra spiaggetta speciale
La manina della spiaggetta speciale 
Il conglomerato tipico di questo tratto di costa

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