IL BLOG DI TATIYAK

Il kayak è diventato la nostra grande passione, quella che ci appaga al punto da abbandonare tutte le altre per dedicarci quasi esclusivamente alla navigazione.
In kayak solchiamo mari, silenzi, orizzonti ed incontriamo nuovi amici in ogni dove...
Così abbiamo scoperto che la terra vista dal mare... è molto più bella!
Tatiana e Mauro

Le nostre pagine Facebook: Tatiana Cappucci - Mauro Ferro
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10 agosto 2025

Isola di Kastos

Domenica 10 agosto 2025
Ventiseiesimo giorno di viaggio in kayak
Spiaggia di Atokos - Spiaggia Diamà (Kastos)
16 km in kayak con mare quasi calmo
Isola di Kastos

La luna rossa ci accompagna in una notte luminosa e piena di grugniti. I cinghiali che non hanno mai smesso di scavare sulla spiaggia una buca profonda più di un nido di tartaruga, al mattino iniziano la spola tra i tender dei velisti che arrivano anche dalle altre cale per attirarli con avanzi di frutta e verdura così da potersi scattare fotografie in un contesto selvaggio. 

Il guardiano dell'isola, una persona mite che ieri sera ha tirato tardi a chiacchierare accanto ai nostri kayak, ha il suo bel da fare per tenere i motori oltre le boe arancioni e sembra quasi una battaglia persa perché i cinghiali fanno perdere testa e bussola. 

Quando in rada si avvicinano anche due barconi turistici, capiamo che è il momento di lasciare Atokos.


Facciamo rotta su Kastos per goderci un po' di solitudine e di monotonia, in questo mare senza vento che sembra un'immenso specchio rigato solo qua e là dalle scie di motoscafi che incrociano lontani.

Ma si vede che ogni traversata deve finire con un'arrabbiatura cosmica: sembra andare tutto bene fino a 50 metri dal capo, quando il solito motopirla ci taglia la rotta, sempre accelerando per passare tra noi e la scogliera. E fin qui nessuna novità: i motopirla non sanno che abbiamo la precedenza e che devono passarci a poppa, men che meno che non dovrebbero sollevare più onde del necessario nell'avvicinarsi ad altri natanti. Quindi procediamo tranquillamente.


Finché non ci sfila sotto al pozzetto la lenza di questi inetti pescatori, con un rapala lucente di una ventina di centimetri che avremmo potuto toccare con la pala e che avrebbe potuto arpionarci e squartarci una mano o un braccio, se non avessimo avuto i riflessi pronti di bloccarci all'istante. E all'istante prendere ad urlare improperi irripetibili.

Stavolta sono io ad esibirmi in un repertorio di tutto rispetto per una vecchia signora, tanto che i quattro passeggeri scattano sulle sedie ed il catamarano arresta la corsa. Cosa che mi permette di urlare ancora più forte tutta la mia rabbia per la loro ignoranza non solo delle regole della navigazione ma anche della pesca: una lenza che sarà stata di appena venti metri e che non si sono preoccupati neanche di segnalare!


Mi ci vuole la vista di una taverna all'ombra di un vecchio mulino a vento ben restaurato per placare il travaso di bile.

Il porto turistico di Kastos è una chicca, con tante casette di pietra tra gli ulivi ed una bella darsena interna per una trentina di barche. E tre taverne affacciate proprio sul porto. Ci fermiamo nella prima taverna fino al pomeriggio inoltrato, gustando i nostri piatti preferiti all'ombra di una frondosa vite che fruscia nella brezza fresca e che di tanto in tanto viene strapazzata dalle capre, che mangiano tutte le foglie che riescono a raggiungere.


Aspettiamo che apra l'unico mini market per vedere se per caso vendono anche sigarette (che non hanno), e nel frattempo coccolo il gattino che vive sotto l'unico gozzetto tirato in secca della darsena. Le sue fusa mi fan sciogliere ogni tensione residua.

Per uscire dal porto c'è da attendere l'ingresso del traghettino blu che fa la spola tra Kastos e la vicina Kalamos: è il traghetto più piccolo che ci sia mai capitato di incontrare, trasporta al massimo una macchina di piccole dimensioni, a stento un pick-up, e poche decine di passeggeri che però ora sono in attesa sul molo perché il posto di sbarco, indicato con delle strisce gialle pitturate sul cemento, è occupato da due barche a vela. Nelle varie manovre per salpare, arretrare ed ancorare in cui vengono coinvolti anche tre catamarani in ingresso, la bocca di porto diventa uno dei posti più trafficati di sempre.


Ci godiamo lo spettacolo bevendo le bibite fresche appena comprate e se non iniziassero a scarseggiare ci sarebbe anche il tempo per una sigaretta.

La nostra caletta per la notte è poco distante e alle sette abbiamo già montato il campo, prima che la piccola baia ridossata si riempia di una decina di barche a vela, tutte abbastanza silenziose e rispettose della serenità che ispira il luogo.

Aspettiamo il tramonto osservando le farfalle macaone e le libellule azzurrine che sembrano tutte concentrate attorno ai nostri kayak ed apprezziamo la frescura della sera, dopo una delle giornate più calde del viaggio.


Colazione coi soliti conghiali

Ciottoloni di Atokos
Pranzo con le capre
Manina di Paralia Diamà a Kastos
Campo a Paralia Diamà a Kastos

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