IL BLOG DI TATIYAK

Il kayak è diventato la nostra grande passione, quella che ci appaga al punto da abbandonare tutte le altre per dedicarci quasi esclusivamente alla navigazione.
In kayak solchiamo mari, silenzi, orizzonti ed incontriamo nuovi amici in ogni dove...
Così abbiamo scoperto che la terra vista dal mare... è molto più bella!
Tatiana e Mauro

Le nostre pagine Facebook: Tatiana Cappucci - Mauro Ferro
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20 agosto 2025

Lento ritorno verso casa

Mercoledì 20 agosto 2025
Trentaseiesimo giorno di viaggio
Bari - Latina con la Mauromobile
Lento ritorno verso casa


Oggi il nostro viaggio si conclude.

Finisce il tempo dei piedi nudi sulla sabbia, della pelle ricoperta dalla salsedine, dei capelli lavati in mare e asciugati al vento. 

Ci mancherà svegliarci con la prima luce del giorno e addormentarci con il primo manto di oscurità, vivere la giornata secondo i tempi dettati dalla natura e trascorrere tutto il giorno all'aria aperta, immersi nel verde e nel blu delle nostre isole preferite.


Cefalonia si conferma ai nostri occhi come l'isola più bella del Mediterraneo, ricca com'è di vegetazione lussureggiante e di coste frastagliate sempre differenti, di spiagge di sabbia bianca o rossa, di ciottoli levigati e policromi, di rocce dilavate dal tempo, di ampi golfi dai colori seducenti e di piccole baie che racchiudono i nostri ricordi migliori. È la quarta volta che veniamo a visitarla e speriamo non sia l'ultima.

Pubblichiamo la nostra mappa di Cefalonia e Itaca, secondo una tradizione che abbiamo avviato alle Cicladi, quando scattavamo la foto di ogni isola su cui avevamo messo piede.


Mappa di Cefalonia e Itaca 

L'ultima giornata a Cefalonia

Martedì 19 agosto 2025
Trentacinquesimo giorno di viaggio
Sami (Cefalonia)
0 km in kayak
L'ultima giornata a Cefalonia

L'ultima notte sull'isola è stata lunga.

Stelle grandi e piccole in cielo, da ammirare tra i rami dei pini carichi di pigne, stelline rosse sulla cresta dei monti, da combinare con la visione diurna delle pale eoliche che qui sembrano non fermarsi mai, e luci multicolori in città, da quelle fisse gialle o blu dei locali a quelle in movimento delle tante auto a terra e delle poche barche in mare.


A mezzanotte attracca in porto anche l'ultimo traghetto, illuminato a giorno come molti dei panfili in rada nell'ampio golfo di Sami, che da lontano segnano il profilo della costa e inducono un certo spaesamento perché assomigliano a dei piccoli alberelli natalizi tutti dorati.

Il traghetto però non va a dormire, o forse si ma senza spegnere i motori, che rimbombano sordi e costanti nel buio della cala per tutta la notte, fino a quando insieme all'alba arriva il momento per l'equipaggio di riprendere i collegamenti tra le isole. 

Per noi invece inizia l'ultimo giorno a Cefalonia, con emozioni miste rese più palpabili dal poco sonno ristoratore.


Smontato il campo in modo ormai automatico ed efficiente, montiamo i due carrellini che per l'intero viaggio hanno riposato nei gavoni e trasciniamo stancamente i due kayak per i 400 metri che separano la spiaggia della nostra ultima notte al porto della nostra ultima colazione.

O brunch che dir si voglia, visto che tra una cosa e l'altra ci sediamo a tavola che sono le undici da poco passate, il momento giusto per delle omelette giganti che sognavamo da giorni. Ci raggiungono Jorge, Angi e Andreas per un ultimo incontro condito di chiacchiere e risate, racconti di viaggio e nuovi progetti per il futuro.


Insieme alle compere dell'ultima ora, e nell'attesa del traghetto che da Sami ci riporterà a Bari, mettiamo nella sacca da viaggio anche una lunga serie di considerazioni più o meno condivise:

- il privilegio di poter viaggiare;

- la fortuna di poterlo fare insieme;

- le buone condizioni di salute che ci aiutano ancora, a 55 e 73 anni, a fare e ad apprezzare questa vita vagabonda;

- la compagnia piacevole e stimolante di amici e amiche di kayak e non solo;

- lo sguardo sorpreso dopo ogni capo;

- i colori brillanti della vegetazione al mattino presto oppure dopo un acquazzone;

- gli odori imprevisti e avvolgenti;

- i sapori che in viaggio sembrano sempre più intensi e genuini; 

- il verso di uccelli mai sentiti prima che non sai come fare a riconoscere;

- gli incontri in mare con foche, tartarughe e pesci volanti;

- i voli placidi sul pelo dell'acqua delle berte maggiori incontrate durante ogni singola traversata;

- i preziosi ritrovamenti in spiaggia;

- le considerazioni un po' meste sul turismo di massa e le conseguenze che finirà per avere su queste isole meravigliose;

- il desiderio di aggiungere qualche nuova parola gre o al centinaio che abbiamo imparato negli anni;

- la passione malsana per quel caffè frappè glikò megàla che poi non mi fa dormire;

- le chiacchiere serali o le riflessioni che spesso fluiscono liquide mentre pagaiamo;

- le incognite del prossimo futuro, aperto su nuovi orizzonti di altre isole più vicine;

- il desiderio di rientrare, che è forse il miglior risultato di questa vacanza in mare!


Reunion 💙🇬🇷
L'ultimo saluto alle isole 
L'imbarco caotico sul traghetto Ventouris 
Scalo serale a Igoumenitza 

18 agosto 2025

L'ultima traversata

Lunedì 18 agosto 2025
Trentaquattresimo giorno di viaggio in kayak
Paralia Piso Aetos - Sami (Cefalonia)
15 km in kayak con mare increspato 
L'ultima traversata


Quando nel porto di Piso Aetos non ci sono traghetti che vanno e vengono, tutta la baia sprofonda in una silenziosa tranquillità che rende la nostra ultima sosta su Itaca oltremodo piacevole.

La mattina inizia lenta, come al nostro solito, e dopo aver fatto colazione all'ombra ed aver smontato e riposto la tenda, mi dedico ad un'ultima manina di ciottolini bianchi, stavolta lavorati in maniera creativa da un mollusco bivalve conosciuto come dattero di mare, che ha un nome scientifico niente male (Lithophaga lithophaga) e che mi ha sempre impressionato per la sua rara ed inconsapevole (forse, chissà!) capacità di creare delle piccole opere d'arte.


Mauro è entrato in astinenza e scegliamo di tagliare diretti su Sami, poco a sud delle solite rotte dei traghetti, in una mattinata in cui in mare sembra non esserci nessun'altra imbarcazione. Il vento oggi soffia insolitamente da sud, in senso contrario alla nostra direzione, visto che puntiamo proprio verso sud.

È però un vento strano ed imprevisto, che si incanala tra le isole di Cefalonia e Itaca e che si allarga poi a ventaglio nel grande golfo di Sami. Non sembra rallentarci poi granché ma oggi avremmo pagaiato in qualunque condizione meteomarina, perché è il nostro ultimo giorno in kayak e siamo intenzionati a goderci fino all'ultimo minuto in mare.


Sbarchiamo dopo un paio d'ore nella solita spiaggia antistante il porto di Sami: volo a comprare sigarette, perché l'uomo di ferro diventa ancora più intrattabile e irascibile del solito quando non può soddisfare il suo spasmodico bisogno di nicotina.

Poi possiamo rifugiarci nella kantina sul mare dove avevamo già fatto una doppia tappa 33 giorni fa, quando avevamo iniziato il giro di Cefalonia proprio da questi lidi.

Il menù non tradisce il ricordo e trascorriamo all'ombra degli ulivi l'ultimo pomeriggio isolano, rileggendo insieme il blog col diario del viaggio per ripassare le varie tappe che ci hanno riportato a Sami.


Quando il sole sta per nascondersi dietro i monti incoronati da decine di pale eoliche, affrontiamo l'ultimo imbarco un po' impegnativo, perché nel frattempo il vento è girato da nord e fa rompere dei corposi frangenti proprio sulla spiaggetta sotto la kantina.

Ma qui non possiamo campeggiare, perché la striscia di ciottoli è troppo piccola, chiusa com'è tra il mare e la strada, e anche troppo esposta, sia agli scherzi del meteo che agli sguardi dell'intero paese. 

E poi vogliamo trasferirci sulla stessa spiaggetta del nostro primo campo e montare la tenda per l'ultima volta proprio sotto lo stesso pino marittimo, che è un bel modo per chiudere ad anello un viaggio lungo 5 settimane.

Un ultimo bagnetto ristoratore alla maniera greca, indugiando in acqua a guardare l'orizzonte, un ultimo spuntino davanti al mare ed un'ultima foto del nostro accampamento: prima ancora che faccia buio, siamo già quasi addormentati.

Domani ci aspetta il traghetto del rientro insieme a qualche altra piacevole sorpresa...


Il lento risveglio nella baia di Piso Aetos a Itaca
La manina di Piso Aetos
La fine dell'astinenza
(spiaggia antistante il porto di Sami a Cefalonia)
L'ultima taverna col book crossing
L'ultimo campo a Sami

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17 agosto 2025

Versante occidentale di Itaca

Domenica 17 agosto 2025
Trentatreesimo giorno di viaggio in kayak
Spiaggetta a nord di Polis - Paralia Piso Aetos
15 km in kayak con mare increspato 
Versante occidentale di Itaca

Chissà perché quando mangio cipolle crude poi non dormo.

In tenda mi rigiro sul materassino e mi arravoglio nel sacco a pelo: esco più volte per guardare le stelle e devono trascorrere alcune ore perché sulla tenda si susseguono le varie costellazioni del cigno, dell'aquila e del delfino, che tramontano una dietro l'altra oltre il promontorio scuro di Cefalonia, punteggiato qua e là dalle lucine sparse dei paesini montani e costieri.

Le nostre notti in campeggio nautico sono comunque talmente lunghe da farci restare tra le braccia di Morfeo per circa 10 ore, specie in luoghi come questo che restano in ombra fino a tarda mattina.


Al mattino resto a guardare un cormorano che pesca su e giù per la baia, un branco di aguglie che "zampilla" fuori dall'acqua ed una capra che un po' perplessa ma tutt'altro che intimorita attraversa la spiaggia davanti ai kayak per andare a bere sugli scogli.

La contemplazione silenziosa è interrotta bruscamente dall'arrivo di due barconi stracolmi di turisti che hanno mezz'ora per fare il bagno e godere dei colori speciali della cala. Partiamo prima di loro e costeggiamo verso sud la costa lineare e poco attraente di Itaca.


Facciamo una sosta a metà percorso perché c'è dell'ombra naturale in alcune spiaggette di ciottoli bianchi protette da scogli scuri, residui di frane più o meno recenti che anche su questo versante dell'isola continuano ad essere evidenti e frequenti.

Schiaccio un pisolino mentre Mauro passeggia su queste minuscole calette che sembrano mezze lune ritagliate tra la terra terrazzata dei vecchi uliveti ed il mare profondo che separa Itaca da Cefalonia, o le collega, secondo la versione che preferisco da quando ho fatto mia l'idea che "il mare unisce le terre che divide"!


La brezza che al mattino ha imbiancato un po' il mare, adesso è più decisa e ci fa capire che è tempo di riprendere a navigare: ed è con vero piacere che trottiamo verso sud ad un'andatura doppia rispetto al normale, tanto da coprire la distanza odierna in un paio d'ore. Ci divertiamo sempre come due bambini quando possiamo cavalcare così le onde, senza penare per mantenere la rotta e soprattutto senza fare quasi nessuna fatica per avanzare lungo la costa.


Sbarchiamo nel porto di Piso Aetos per cercare sigarette perché l'uomo di ferro è di nuovo in riserva. Da questo molo aperto sul braccio di mare interno tra le due isole partono i traghetti giornalieri che collegano Itaca a Cefalonia e a Patrasso. C'è un bel botteghino per i biglietti con delle belle panchine all'ombra, un bel bar con ombrelloni e diversi tavolini affacciati su dei fondali cristallini e turchesi e persino un bel servizio di accoglienza per gli automobilisti che devono imbarcarsi. Ma niente sigarette.

Riesco a contrattare l'acquisto per pochi spiccioli del pacchetto residuo di un ragazzo greco che non parla inglese ma che sembra molto contento di aiutarmi con quelle sue poche sigarette.


Montiamo il campo poco distante dal molo, su una spiaggetta coi soliti ciottolini bianchi che però è poco più profonda dei nostri kayak. Non è il posto più bello in cui abbiamo dormito ma per oggi può andare: domani ci aspetta la traversata di ritorno a Sami e questo è un punto strategico.

Anche per farci lo schampoo, il secondo del viaggio, con la messa in piega naturale della brezza serale.

E per oggi può bastare.

 

Passatempo della prima colazione
Visite mattutine
La baietta accanto al porto di Piso Aetos
Il campo non è dei migliori ma l'abbiamo attrezzato bene! 
Selfie dello shampoo

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16 agosto 2025

Taverna e ritorno

Sabato 16 agosto 2025
Trentaduesimo giorno di viaggio in kayak
Spiaggetta est del capo nord - Spiaggetta a nord di Polis
15 km in kayak con mare calmo 
Taverna e ritorno


Fatichiamo non poco a lasciare la caletta solitaria che ci ha accolto per la notte.

Dormire nella macchia invece che in spiaggia significa tanta umidità in più ma anche molto riparo dal vento, che sul capo ha spirato, anche se leggero, per quasi tutta la notte.

Il risveglio è ancora più lento del solito perché stiamo sempre in ombra e la verandina sul mare offre una visuale impareggiabile sulle isole di fronte.

A mezzogiorno ci decidiamo a proseguire alla volta di Polis, dove avremmo dovuto arrivare già ieri sera.


Costeggiamo volentieri un buon tratto interno dell'ampio Golfo di Afales, che come temevamo presenta ancora evidenti le tracce di molteplici frane proprio a ridosso delle spiagge più gettonate da barche di ogni stazza.

Doppiamo facilmente Akrotiri Exogi, il secondo capo a nord di Itaca, visto che in questo tratto l'isola sembra avere due orecchie da coniglio.

La costa corre alta e scoscesa, ricoperta da una fitta boscaglia di pini verdissimi, che solo a tratti sono infranezzati da folti gruppi di cipressi.


Sappiamo che a Polis ci attende la solita kantina di sempre, sotto alcuni ombrelloni al di là del piccolo porticciolo che chiude una lingua di spiaggia stretta, che contiene una sola lunga fila di ombrelloni di paglia. 

In rada la solita dozzina di vele ed un grande panfilo che, primo caso rilevato, ha tutti e tre i ponti di poppa abbelliti da numerose piante ornamentali, come a riprodurre un moderno giardinetto dei velieri d'epoca.


Osserviamo la vita intorno a noi mentre pranziamo coi nostri piatti preferiti.

Riprendiamo il mare a pomeriggio inoltrato e, contro ogni nostra regola di navigazione, torniamo indietro un paio di chilometri per montare il campo sulla spiaggia di ciottoli bianchi che avevamo adocchiato mare facendo.

È tutta per noi, almeno fino al tramonto, quando getta l'ancora a pochi metri da riva un bel due alberi cabinato che sembra la barca dei fumetti di Braccio di Ferro.

Spianiamo con una certa fatica la zona destinata alla tenda e come di consuetudine aspettiamo che faccia buio per chiudere un'altra lenta giornata in mare.


Cena della sera prima in veranda...
Colazione ancora in veranda!
La tenda è nascosta là dietro!
Spiaggetta a nord di Polis
Manina della spiaggetta a nord di Polis 

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15 agosto 2025

Attrazione fatale

Venerdì 15 agosto 2025
Trentunesimo giorno di viaggio in kayak Spiaggetta nord del golfo di Marmaka - Spiaggetta est del Capo nord
5 km in kayak con mare calmo 
Attrazione fatale

Ci sveglia il temporale. 

Nel cuore della notte senza stelle.

La brezza della sera era aumentata tanto da indurci a legare bene la tenda ai kayak, con dei tiranti che ci portiamo dietro da quando li abbiamo trovati in mare durante la circumnavigazione di Kea, la prima delle Isole Cicladi che abbiamo visitato nel 2016.

Per montare il sovratelo, che di solito non usiamo per via del gran caldo, abbiamo dovuto prima sciogliere e poi rifare una dozzina di nodi. La pioggia più forte è scesa proprio in quel mentre, inzuppandoci dalla testa ai piedi come due pulcini. Ci infiliamo di nuovo nei sacchi a pelo che siamo ancora tutti bagnati, ma il sonno ci chiama e ci culla la pioggia che riprende timida a ticchettare sulla tenda.


La mattina di sole inizia tardi perché i cespugli più alti ci riparano per un paio d'ore, giusto il tempo che ci serve per stendere tutto ad asciugare, mentre noi facciamo colazione osservando le varie barche a vela che lasciano la rada.

Un airone cinerino plana sulle nostre teste e sullo stagno retrostante proprio quando decidiamo di riprendere il mare.

Il programma della giornata è di doppiare il capo settentrionale di Itaca e di ridiscendere sul versante occidentale fino alla spiaggia di Polis, dove abbiamo trascorso serate indimenticabili nei precedenti nostri viaggi.


Iniziamo così a costeggiare questa prima penisola che è rimasta disabitata e selvaggia, visto che l'unica strada è uno sterrato stretto e difficile da percorrere perché spesso a precipizio sul mare. 

Lungo la costa frastagliata si aprono un altro paio di calette in cui ci sarebbe piaciuto fermarci, ma guardiamo il gps e la percorrenza giornaliera è scandalosamente bassa: appena 2 km, che ci sembrano davvero troppo pochi per meritarci una sosta.

Ma poi arriviamo al capo e come tutti i programmi, anche il nostro subisce un repentino cambiamento. 


Sulle prime, pensiamo di sbarcare solo per una pausa, magari per un pranzetto all'ombra dei ginepri che rigogliosi incoronano la baia più a nord di Itaca e che protendono i rami fin quasi a toccare l'acqua limpida e turchese.

Ma poi sotto quegli stessi rami troviamo un perfetto terrapieno di ciottolini levigati che mani esperte si sono premurate di sistemare proprio per sdraiarsi all'ombra davanti al mare.

E poco oltre la fitta siepe di macchia mediterranea, altre mani operose hanno predisposto delle piazzole per le tende, sgombrando il tappeto compatto di terra rossa da ogni più piccolo sassolino.


Non ci sembra educato andar via senza approfittare dei servizi offerti, della pace che aleggia sulla baia e del silenzio che cala subito attorno a noi, tanto da farci sprofondare per un paio d'ore in uno dei sonnellini più goduriosi del viaggio.

E ce ne restiamo così fino al tramonto, a guardare il mare e ad ascoltare la risacca, festeggiando a nostro modo ed in perfetta solitudine un ferragosto isolano fuori dalle rotte turistiche.


Asciugatura mattutina dopo il temporale notturno
La cala più tranquilla di Itaca
Bagnetti e sonnellini per tutto il pomeriggio 
Manina di terra
Manina della spiaggetta est del capo nord di Itaca

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14 agosto 2025

Una tappa ancor più corta

Giovedì 14 agosto 2025

Trentesimo giorno di viaggio in kayak Spiaggetta sud - Spiaggetta nord del golfo di Marmaka

6 km in kayak con mare poco increspato 

Una tappa ancor più corta


Stamattina non c'è neanche un refolo di vento, l'afa pesante ci avvolge come in una sauna e l'unico sollievo è stare in acqua.

Il cielo è coperto sin dal primo mattino da una coltre di umidità che nasconde l'orizzonte e le isole che abbiamo visitato nei giorni scorsi. Il sole ogni tanto viene oscurato da nuvolette grigie passeggere che allentano un poco la morsa del caldo torrido.


Nel mare piatto e rosato che si stende come un tappeto davanti alla tenda si affacciano altre due foche, stamattina molto più rapide e scattanti rispetto a quelle dell'altra sera alle Isole Formiche. Questa novità di incontri tanto ravvicinati e tanto frequenti con le foche ci emoziona molto e ci fa ben sperare per un loro ritorno nel Mediterraneo: quegli occhioni languidi su quel musetto baffuto sono tra i ricordi più belli con cui tornare a casa.


Oggi siamo ancora più lenti del solito.

Non abbiamo mai visitato il piccolo borgo marinaro di Frikes, e oggi sembra la giornata giusta. Torniamo indietro di un paio di chilometri e sbarchiamo sulla lingua di ciottoli incastonata tra il piccolo pontile e le taverne sul mare.

Il paesino è tutto qui, una manciata di casette basse affacciate sul porto e chiuse dai due vecchi mulini a vento che sembrano rimasti a difendere l'ingresso dal mare del villaggio più settentrionale dell'isola. Scopriamo subito che è anche il più caro, in concorrenza diretta con Fiskardo a Cefalonia.

Ma non resistiamo al richiamo di una seconda tarda colazione con delle omelettes tradizionali ripiene di ogni cosa, accompagnate dalla birra e dalla limonata più buone ed aromatiche assaggiate sinora.


La serena tranquillità del borgo dura poco perché all'ora di pranzo rientrano i barconi turistici che già abbiamo incrociato sulle altre isole: in pochi minuti si riempiono tutte e quattro le taverne del porto e noi ci sentiamo circondati. 

Nella frenesia di sottrarci alle risate e alle chiacchiere multilingue, non chiediamo neanche il nome alla ragazza curiosa e sorridente che si avvicina ai kayak per avere notizie del nostro modo di viaggiare e che prende nota del nome del blog. Se ci stai leggendo, sappi che pur non essendo molto ciarlieri potremmo parlare di navigazione in kayak per giorni interi, solo che eravamo giunti al massimo consentito dalle nostre misere capacità di socialità.


Riprendiamo a pagaiare quando si alza una bella brezza fresca che increspa tutto il golfo di Frikes e che ci sospinge decisa nel vicino golfo di Marmaka. 

Non vogliamo doppiare il capo settentrionale di Itaca perché sappiamo che nel grande golfo a nord scarseggiano i punti di sbarco a causa delle ripetute frane che nel corso degli anni hanno ridotto le spiagge a delle striscioline incastrate sotto pareti incombenti.

Scegliamo quindi di restare sul versante orientale dell'isola, anche per trovare il giusto riparo da questo vento dispettoso che, annunciato già da ieri, oggi sembra finalmente intenzionato ad imbiancare il mare e ad abbassare la temperatura.

 

Puntiamo così poco oltre la nostra cala della notte, al di là di una piccola isoletta che a malapena contiene la chiesetta di Agios Nikolaos.

Sulla spiaggia di fronte ci abbiamo già campeggiato nel 2017, non ce lo ricordiamo ma lo sappiamo dal simbolino della tenda che ho disegnato sulla mappa: c'è uno stagno verdastro circondato da una serie di ulivi che ci offrono ombra e refrigerio per tutto il pomeriggio.

Non ci è mai capitato nei viaggi precedenti di pagaiare così poco e di registrare tappe così corte, ma al contempo di goderci così tanto i luoghi del nostro girovagare.


Risveglio lento
Manina con conchigliette, finalmente!
Porticciolo di Frikes
L'unico minimarket di Frikes che vende ancora sapone artigianale di olio d'oliva! 
Manina della spiaggia nord del Golfo di Marmaka