Martedì 19 agosto 2025
Trentacinquesimo giorno di viaggio
Sami (Cefalonia)
0 km in kayak
L'ultima giornata a Cefalonia
L'ultima notte sull'isola è stata lunga.
Stelle grandi e piccole in cielo, da ammirare tra i rami dei pini carichi di pigne, stelline rosse sulla cresta dei monti, da combinare con la visione diurna delle pale eoliche che qui sembrano non fermarsi mai, e luci multicolori in città, da quelle fisse gialle o blu dei locali a quelle in movimento delle tante auto a terra e delle poche barche in mare.
A mezzanotte attracca in porto anche l'ultimo traghetto, illuminato a giorno come molti dei panfili in rada nell'ampio golfo di Sami, che da lontano segnano il profilo della costa e inducono un certo spaesamento perché assomigliano a dei piccoli alberelli natalizi tutti dorati.
Il traghetto però non va a dormire, o forse si ma senza spegnere i motori, che rimbombano sordi e costanti nel buio della cala per tutta la notte, fino a quando insieme all'alba arriva il momento per l'equipaggio di riprendere i collegamenti tra le isole.
Per noi invece inizia l'ultimo giorno a Cefalonia, con emozioni miste rese più palpabili dal poco sonno ristoratore.
Smontato il campo in modo ormai automatico ed efficiente, montiamo i due carrellini che per l'intero viaggio hanno riposato nei gavoni e trasciniamo stancamente i due kayak per i 400 metri che separano la spiaggia della nostra ultima notte al porto della nostra ultima colazione.
O brunch che dir si voglia, visto che tra una cosa e l'altra ci sediamo a tavola che sono le undici da poco passate, il momento giusto per delle omelette giganti che sognavamo da giorni. Ci raggiungono Jorge, Angi e Andreas per un ultimo incontro condito di chiacchiere e risate, racconti di viaggio e nuovi progetti per il futuro.
Insieme alle compere dell'ultima ora, e nell'attesa del traghetto che da Sami ci riporterà a Bari, mettiamo nella sacca da viaggio anche una lunga serie di considerazioni più o meno condivise:
- il privilegio di poter viaggiare;
- la fortuna di poterlo fare insieme;
- le buone condizioni di salute che ci aiutano ancora, a 55 e 73 anni, a fare e ad apprezzare questa vita vagabonda;
- la compagnia piacevole e stimolante di amici e amiche di kayak e non solo;
- lo sguardo sorpreso dopo ogni capo;
- i colori brillanti della vegetazione al mattino presto oppure dopo un acquazzone;
- gli odori imprevisti e avvolgenti;
- i sapori che in viaggio sembrano sempre più intensi e genuini;
- il verso di uccelli mai sentiti prima che non sai come fare a riconoscere;
- gli incontri in mare con foche, tartarughe e pesci volanti;
- i voli placidi sul pelo dell'acqua delle berte maggiori incontrate durante ogni singola traversata;
- i preziosi ritrovamenti in spiaggia;
- le considerazioni un po' meste sul turismo di massa e le conseguenze che finirà per avere su queste isole meravigliose;
- il desiderio di aggiungere qualche nuova parola gre o al centinaio che abbiamo imparato negli anni;
- la passione malsana per quel caffè frappè glikò megàla che poi non mi fa dormire;
- le chiacchiere serali o le riflessioni che spesso fluiscono liquide mentre pagaiamo;
- le incognite del prossimo futuro, aperto su nuovi orizzonti di altre isole più vicine;
- il desiderio di rientrare, che è forse il miglior risultato di questa vacanza in mare!
 |
Reunion 💙🇬🇷 |
 |
L'ultimo saluto alle isole |
 |
L'imbarco caotico sul traghetto Ventouris |
 |
Scalo serale a Igoumenitza |