IL BLOG DI TATIYAK

Il kayak è diventato la nostra grande passione, quella che ci appaga al punto da abbandonare tutte le altre per dedicarci quasi esclusivamente alla navigazione.
In kayak solchiamo mari, silenzi, orizzonti ed incontriamo nuovi amici in ogni dove...
Così abbiamo scoperto che la terra vista dal mare... è molto più bella!
Tatiana e Mauro

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29 luglio 2025

Giornata di riposo

Martedì 29 luglio 2025
Quattordicesimo giorno in kayak
Paralia Ligia
0 km in kayak 
Giornata di riposo


Torniamo a fare colazione nella stessa taverna sul mare dove ieri sera abbiamo cenato. E ci torniamo anche stasera per provare gli altri piatti del tipico menù greco.

La giornata trascorre lenta e tranquilla perché il mare cresce insieme al vento e le onde frangenti pian piano si mangiano metà battigia, tanto che mi metto a scavare un piccolo fossato tra le poppe dei kayak per evitare che si inondi ogni cosa.


Osserviamo a lungo il saliscendi delle onde in questo tratto di mare che gradualmente si colora di bianco, verde smeraldo e turchese. Per un po' speriamo di poter ripartire ma poi desistiamo per tre diverse ragioni che elenchiamo in ordine sparso (e non certo di importanza!):


1. la taverna è molto vicina al nostro campo, i camerieri sono gentili e divertenti e finalmente riusciamo a fare colazione con delle gustosissime frittate alle verdure e formaggi;


2. le onde continuano a gonfiarsi e non c'è proprio modo di imbarcarsi coi nostri kayak carichi e pesanti, anche volendo seguire le regole da manuale (che solitamente non contemplano l'ipotesi di kayak carichi e pesanti!);


3. il "nostro" nido di tartarughe ci riserva molte altre sorprese: durante la notte sono nate altre piccole tartarughe e al mattino riconosciamo la lunga scia di impronte sulla sabbia - e deduciamo quindi che il piccolo esemplare che abbiamo aiutato ieri non era affatto l'ultimo ritardatario, ma forse proprio uno dei primi ad aver lasciato il nido; nel primo pomeriggio, inoltre, si avvicendano attorno ai sito tre diverse volontarie per valutare la condizione ambientale e alla fine decidono di trasferire i piccoli non ancora nati - la qual cosa implica che una delle ragazze inizia a scavare a mani nude per recuperare non solo le uova ma pure le piccole tartarughe già nate e non ancora sbucate dalla sabbia; l'operazione delicata e meticolosa si protrae per circa un'ora, durante la quale assistiamo tra l'attonito e l'entusiasta al recupero di una trentina di uova grandi come palline da ping pong e di altrettante meravigliose tartarughine sgambettanti - le prime deposte in una bacinella per essere ricollocate su un'altra spiaggia meno inondata dai cavalloni, le seconde invece deposte con cura in un secchiello per i castelli di sabbia di una bimba italiana assiepata con la famiglia accanto a noi attorno al nido...


Il momento più emozionante è stato quello del rilascio in mare perché, come ieri, non appena sentono l'acqua le tartarughine iniziano a nuotare freneticamente verso il largo, ma solo grazie all'aiuto della volontaria che ha oltrepassato i frangenti più imponenti prima di toglierle dal secchiello, una ad una: dalla riva vediamo tante figurine nere allontanarsi decise in varie direzioni nella distesa lattiginosa di questo mare incredibile.


Paralia Ligia

Le impronte lasciate nella notte
Le operazioni di scavo
Il secchiello delle meraviglie!

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