Sono partita e tornata col maltempo.
Allerta meteo su mezza Europa, Spagna ed Italia comprese.
Quando sono arrivata a Minorca, erano appena state dichiarate tre giornate di lutto istituzionale nell’intero arcipelago della Isole Baleari per un’alluvione devastante che a Maiorca aveva provocato ben 12 morti, compresi due turisti rimasti intrappolati in un taxi travolto da un’improvvisa ondata di fango. Era stata persino annullata la serata di presentazione del viaggio di Rai Puig “Solo in Papua”, ma un cambio strategico della sala ha permesso ad un centinaio di curiosi di assistere all'interessante racconto dal vivo del giovane canoista catalano.
Quando sono tornata in Italia, poi, una lunga serie di piogge torrenziali aveva interessato ormai tutta la penisola, facendo registrare sia ingenti danni che una lunga lista di morti e dispersi, tanto sulla costa quanto nell’entroterra, con spiagge mangiate dal mare in tempesta e montagne di abeti abbattuti dai venti di burrasca.
La sorte del
giro in kayak dell’isola di Minorca sembrava segnata.
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Con la maglietta delle XIII Jornadas de Menk 2018 poco prima dell'imbarco... (Photo credit: Tristan) |
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Il primo breifing diretto da Carles nel ridossato Port de Sanitja... |
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La vista mattutina su Cala del Pilar dalla "nostra" grotta della notte... |
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L'effetto sui piedi nudi della sabbia rossa di Cala del Pilar... (Photo credit: Arkaitz) |
Ma poi il sole ha scelto di tenerci compagnia durante (quasi) tutta la settimana, salvo nascondersi tra le nuvole al calar della sera (e non solo). La pioggia che pure ha imperversato sull’isola e sulle nostre teste non ha fermato il nostro entusiasmo, né ci ha bloccato a terra.
Non abbiamo completato il periplo, siamo anche partiti da un punto diverso per scansare il forte vento di nord-est, e siamo persino rientrati con un paio di giorni di anticipo per riprendere da dove avremmo dovuto iniziare ma, nonostante tutti gli imprevisti ed i vari aggiustamenti del programma, è stato uno dei giri più belli di sempre.
Lo so, ogni volta rischio di essere ripetitiva a proposito di Minorca, ne dico e ne scrivo sempre e solo un gran bene: Minorca è l’isola più bella della Baleari, l’isola dove torno sempre molto volentieri, l’isola che mi ha stregato sin dalla prima volta che c’ho messo piede, anzi pagaia. L’
inverno del 2009-2010 è stato quello dell’inizio di un idillio che non è mai terminato e che ogni anno (o quasi) si rinnova inalterato, quello tra Tatiyak e Menorca en Kayak: un amore nato in mare, sbocciato grazie al kayak e che cresce ogni volta di più! Anche a costo di sembrare monotona, non posso che essere entusiasta delle esperienze vissute a Minorca!
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La folta delegazione italiana: Lucia, Mariella, Grazia, Tatiana, Simonetta, Giorgio e Claudia! |
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La visita guidata alla sorprendente Balsa Verda... |
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L'aperitivo improvvisato sul molo di Cala Morell... |
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La cena comunitaria di Cala Morell, la notte più fredda del giro... |
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Prima di raggiungere Ciutadella si attraversa l'arco naturale di Pont d'en Gil... |
Forse proprio per il cattivo tempo, che ci ha fatto comprendere una volta di più quanto il Mare e la Natura la facciano da padroni sulla Terra, abbiamo apprezzato davvero fino in fondo, e con un profondo sentimento di riconoscenza, la incredibile settimana di navigazione attorno all’isola del vento: il nutrito gruppo di pagaiatori spagnoli, catalani, baschi, sardi ed italiani ha dato vita ad una convivenza allegra, promiscua e rilassante che ha lasciato sorrisi ben marcati sui volti sferzati dal vento e rigati dalla pioggia (ed intirizziti dall’umidità notturna, ma anche abbronzati dalle calde ore autunnali…)
Abbiamo preso di buon grado il cambio di programma, caricando in un batti baleno sui carrelli kayak ed attrezzature per lasciare il nostro usuale punto di imbarco di Es Grau alla volta del caratteristico e raccolto Port de Sanitja; abbiamo trascorso la prima notte sotto la pioggia nella suggestiva spiaggia di Cala del Pilar, svegliandoci intirizziti ma contenti alle prime luci di un giorno ventoso e soleggiato; abbiamo cenato in circolo sul molo di Cala Morell, assaggiando a turno i tanti biscotti speziati spediti dalla Germania da Claudia, una delle partecipanti delle passate edizioni di cui si è molto sentito la mancanza; abbiamo poi doppiato senza timore il famigerato faro di Punta Nati, coprendo la tappa più lunga per raggiungere la ridossata caletta di Sant’Andria; abbiamo proseguito lungo la costa sud-orientale dell’isola nell’unica giornata di calma apparente, giungendo al faro di Cap D’Artrutx insieme ad un temporale che ha chiuso il cielo e la visuale; abbiamo trovato rifugio sotto la tettoia di un bar-ristorante a Son Xoriguer, come anche la notte successiva a Sant Tomas, coprendo il rumore della pioggia con gli schiamazzi allegri del gioco “Tic-Tac-Tuc” e con i canti multilingue di un altro gioco musicale entrato nella storia delle Jornadas de Menorca en kayak…
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Arkaitz in primo piano, Simonetta a destra e sul doppio Carles y Agnes) verso il faro di Cap d'Artrutx... |
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L'arrivo a Sant Tomas, dove il giro si interrompe (per poi riprendere da Es Grau)... |
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Si scaricano i kayak e si scoprono gli altarini :-) |
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L'impeccabile opera di stivaggio di Irina e Agnes... |
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El "equipo" de Menk 2018 in giro per Mahon: Tatiana, Eloy, Andres, Arkaitz, Irina, Agnes, Sergi y Mr. Xavier! |
Siamo poi rientrati con furgoni e carrelli alla base di Es Grau perché le previsioni meteorologiche erano implacabili, ma non ci siamo arresi alla cattiva sorte e, dopo una giornata di sosta a terra, spesa in maniera egregia seguendo le dotte, curiose e varie indicazioni turistiche di Joan sulle mille bellezze delle città di Mahon, ci siamo rimessi in kayak per le due ultime giornate di navigazione: destinazione Cala Mongofre, oltre il simbolico faro di Capo Favaritx.
Siamo stati tutti molto attenti e rispettosi, sia del mare che degli altri, sempre molto disponibili ed accomodanti, sia con i compagni di viaggio che con gli impeccabili organizzatori, tutti molto curiosi di sperimentare nuovi esercizi, in mare e a terra: mi è sembrato ben riuscito anche il primo esperimento nautico di “matrimonio temporaneo” a cui tutti i partecipanti delle ultime due giornate hanno aderito con incredibile entusiasmo, pagaiando in coppia per un tempo prestabilito.
Un entusiasmo contagioso che non si è esaurito con la chiusura delle Jornadas ma che è dilagato anche nella serata conclusiva trascorsa al “solito” ristorante della zona: tra una sorpresa e l’altra, in un crescendo di colpi di scena degni di una regia impareggiabile, è stata anche celebrata tra i due illustri assenti “giustificati” del giro, Jimi e Celsea una “pre-boda” (cioè un’anteprima del rito nuziale) che ha contribuito ad instillare un’ulteriore dose di buon umore in tutti i presenti (anche in nome del Santo Chaleco, di Santa Maria Teresa de las Jornadas, e del kayak, ovviamente!).
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Carles doppia il faro di Favaritz... |
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La preparazione collettiva del "cremat" durante il campo dell'ultima notte a Cala Mongofre... |
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L'ultima cena con la delegazione italiana in primo piano e il gruppo di Menk 2018 sul fondo... |
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Tatiana tra Arkaitz y Xavier, con il piatto del "cremat": solo questo abbiamo in testa! (Photo credit: Sergi) |
Sono tornata a casa col cattivo tempo fuori ma col buon umore dentro, carica di ricordi indimenticabili, di energia positiva e di regali preziosi: grazie Roberto per la strabiliante luce da campo “luminaid”, grazie Joan per il bellissimo piatto di ceramica per preparare il “cremat”, grazie Teresa per la maglietta del giro e della “chica palista” dell'artista “Caperuzita Azul”. Grazie di cuore a tutti i kayaker della XIII edizione delle Jornadas de Menorca en kayak, al gruppo di infaticabili organizzatori che ha affrontato ogni imprevisto con spirito costruttivo, ai ragazzi del fantastico “equipo” che sembrano fratelli di sangue più che colleghi di lavoro, ai solari partecipanti del giro che mi hanno riempito di attenzioni, affetto e complimenti (“Tu eres un sol!” mi resterà per sempre attaccato sulla pelle!): tutto ha contribuito a farmi affrontare con rinnovato entusiasmo le successive settimane minorchine e genovesi traboccanti di corsi 3* e training 4* (di cui parlo in due post separati). Grazie!
Chiudo il diario con le parole di un caro amico di pagaia che ho scoperto essere anche un poeta capace di sbirciare con tatto nel cuore degli altri: “Ahora toca surfear sensaciones, roquear entre recuerdos y navegar ilusiones”!
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