🧠Domenica 14 dicembre 2025
👣 Appunti sparsi sull'isola
⭐ Un fine settimana di studio e scoperta
Sono rimasta a Ponza per studiare.
Mercoledì ho un altro esame, di quelli che servono per migliorare il punteggio, o come dico io da un po', per accumulare i punti fragola del supermercato della scuola: uguale ai quiz per l'ammissione al semestre di medicina che in questi giorni sta sollevando tante polemiche, perché anche a chi insegna sono imposti test a crocette con risposta multipla, che si possono superare ripetendo nozioni mnemoniche prive di contenuto. Almeno così sembra a me.
Uno scoramento.
Per resistere meglio, ho deciso di fermarmi per il fine settimana nella casetta con la veranda, anche se la nostalgia di casa si fa più forte via via che si avvicinano le festività natalizie.
Ed eccomi a riscaldare risotti scotti e tisane rigeneranti e a sognare di incartare pacchi e pacchetti da sistemare sotto l'albero che non ho ancora fatto... e a fare brevi escursioni tra una sessioni di studio e l'altra.
Sabato esco di buon mattino per andare ad esplorare una scalinata che da qualche tempo mi scopro a fissare dalla finestra: si inerpica tra le casette colorate di Cala Feola, su per il versante montuoso fino a raggiungere l'ultima stradina, che termina in un piccolo parcheggio senza uscita: oltre le due auto e il motorino si intravede un sentiero che si perde subito nella macchia mediterranea e che seguo senza esitazione fino al costone roccioso a strapiombo sul mare.
Una mano misteriosa ha sistemato tra i cespugli una vecchia sedia di legno, a cui piedi si raccolgono cartucce da caccia in ogni gradazione di colore, come in una collezione a cielo aperto che se non fosse carica di morte potrebbe avere anche un suo fascino particolare...
Sto per rientrare quando mi soffermo a fotografare un giovane eucaliptus in fiore, carico di quei ciuffetti rossi che assomigliano a dei minuscoli pompon: un signore passa con la sua Ape carica di mattoni, una di quelle Vespe col cassone tipica dell'isola, ideale per trasportare merci e cani da caccia lungo le stradine strette di Ponza.
Insiste per offrirmi un passaggio e allora gli chiedo di portarmi verso i faraglioni di Lucia Rosa, ma presi dalle chiacchiere mi lascia più lontano, alla biforcazione della strada che da un lato scende al porto e dall'altro prosegue lungo la panoramica che abbraccia Monte Pagliaro.
Mi incammino attratta da un rumore insolito, quello delle pale di un piccolo elicottero che per tutta la mattina effettua brevi voli tra un versante e l'altro dell'isola per scaricare una serie di grandi sacchi di materiale edile in un ancor più grande cassone di raccolta: rimango per qualche minuto ad osservare la precisione millimetrica con cui il pilota effettua ogni consegna e penso a che vista si deve godere da lassù, dall'alto di quella piccola cabina tutta vetri che riflettono persino le nuvole in cielo.
Appena trovo un sentiero che si infila nella fitta boscaglia di ginestre lo seguo fino al limitare del promontorio. In alcuni tratti le ginestre sono andate a fuoco, ma i tronchi contorti non si sono seccati del tutto e immagino che in primavera molti torneranno a fiorire.
Tornerò anch'io per controllare.
Rientro a casa carica di rami e foglie e fiori, e ho raccolto anche una mezza dozzina di piante grasse per arricchire la mia già nutrita collezione, e mi sento anche più contenta così di quando vado a farmi regali nel mio solito vivaio..
Domenica invece seguo le indicazioni del padrone di casa e mi avventuro lungo un sentiero "segreto" che parte proprio sopra la veranda e si perde nella vegetazione fitta e profumata che riveste l'intera collinetta affacciata su Cala Inferno.
Seguo i gradoni intagliati nella roccia, e più avanti ricavati dai vecchi terrazzamenti che un tempo rivestivano tutto il versante, coltivati a lenticchie, cicerchie e fagioli, come mi spiega al rientro lo stesso padrone di casa: "c'erano tanti confinati sull'isola, facevano lavorare loro, ma adesso non c'è più nessuno che si dedica a lavorare la terra".
In pochi minuti mi ritrovo affacciata ad un belvedere che toglie il respiro, a strapiombo sul mare tra una lunga spiaggia di ciottolini grigio perla e una serie di grotte intagliate nella scogliera dello stesso colore.
Un pettirosso si intrufola tra i cespugli, le lucertole si affacciano sulle pale di fico, dietro un muretto mi pare di intravedere la coda di un leprotto. I cespugli di euforbie sono più alti di me e quelli secchi sono così ramificati da sembrarmi quasi più belli di quelli verdi. Le piante di erica sono tutte in fiore, con quei caratteristici grappoli all'estremità di ogni rametto, pieni di campanelline rosate che a guardarle da vicino sembrano dei vasetti in ceramica dai bordi ondulati dipinti di viola.
Se il padrone di casa non mi avesse aperto quella porticina azzurra che dal terrazzo immette direttamente nel sentiero "segreto", non avrei mai scoperto che la veranda ha un grande giardino terrazzato sul retro: mi siedo sull'erba secca, appoggio la schiena al tronco nodoso di un piccolo ginepro e finisco di leggere il libro iniziato venerdì: "Non credere, l'aveva incoraggiata, guarda che la vita a volte può sorprenderci e darci anche di più di quello che avevamo desiderato."[Sarebbe bellissimo di Paola Antonia Tasca]
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| La rugiada del mattino... |
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| Il belvedere del sentiero "segreto"! |
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| L'euforbia secca è quasi più affascinante di quella viva sulla sinistra... |
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| Uno dei muretti a secco diventato sentiero... |
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| Una pianta di ginepro bella anche se secca! |





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