IL BLOG DI TATIYAK

Il kayak è diventato la nostra grande passione, quella che ci appaga al punto da abbandonare tutte le altre per dedicarci quasi esclusivamente alla navigazione.
In kayak solchiamo mari, silenzi, orizzonti ed incontriamo nuovi amici in ogni dove...
Così abbiamo scoperto che la terra vista dal mare... è molto più bella!
Tatiana e Mauro

Le nostre pagine Facebook: Tatiana Cappucci - Mauro Ferro
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15 dicembre 2025

Il sostegno dell'isola - diario scombinato di un'insegnante in trasferta a Ponza 💙 #12

🧭 Domenica 14 dicembre 2025
👣 Appunti sparsi sull'isola
⭐ Un fine settimana di studio e scoperta

Sono rimasta a Ponza per studiare.
Mercoledì ho un altro esame, di quelli che servono per migliorare il punteggio, o come dico io da un po', per accumulare i punti fragola del supermercato della scuola: uguale ai quiz per l'ammissione al semestre di medicina che in questi giorni sta sollevando tante polemiche, perché anche a chi insegna sono imposti test a crocette con risposta multipla, che si possono superare ripetendo nozioni mnemoniche prive di contenuto. Almeno così sembra a me.
Uno scoramento.

Per resistere meglio, ho deciso di fermarmi per il fine settimana nella casetta con la veranda, anche se la nostalgia di casa si fa più forte via via che si avvicinano le festività natalizie.
Ed eccomi a riscaldare risotti scotti e tisane rigeneranti e a sognare di incartare pacchi e pacchetti da sistemare sotto l'albero che non ho ancora fatto... e a fare brevi escursioni tra una sessioni di studio e l'altra.

Sabato esco di buon mattino per andare ad esplorare una scalinata che da qualche tempo mi scopro a fissare dalla finestra: si inerpica tra le casette colorate di Cala Feola, su per il versante montuoso fino a raggiungere l'ultima stradina, che termina in un piccolo parcheggio senza uscita: oltre le due auto e il motorino si intravede un sentiero che si perde subito nella macchia mediterranea e che seguo senza esitazione fino al costone roccioso a strapiombo sul mare.

Una mano misteriosa ha sistemato tra i cespugli una vecchia sedia di legno, a cui piedi si raccolgono cartucce da caccia in ogni gradazione di colore, come in una collezione a cielo aperto che se non fosse carica di morte potrebbe avere anche un suo fascino particolare...

Sto per rientrare quando mi soffermo a fotografare un giovane eucaliptus in fiore, carico di quei ciuffetti rossi che assomigliano a dei minuscoli pompon: un signore passa con la sua Ape carica di mattoni, una di quelle Vespe col cassone tipica dell'isola, ideale per trasportare merci e cani da caccia lungo le stradine strette di Ponza.
Insiste per offrirmi un passaggio e allora gli chiedo di portarmi verso i faraglioni di Lucia Rosa, ma presi dalle chiacchiere mi lascia più lontano, alla biforcazione della strada che da un lato scende al porto e dall'altro prosegue lungo la panoramica che abbraccia Monte Pagliaro.

Mi incammino attratta da un rumore insolito, quello delle pale di un piccolo elicottero che per tutta la mattina effettua brevi voli tra un versante e l'altro dell'isola per scaricare una serie di grandi sacchi di materiale edile in un ancor più grande cassone di raccolta: rimango per qualche minuto ad osservare la precisione millimetrica con cui il pilota effettua ogni consegna e penso a che vista si deve godere da lassù, dall'alto di quella piccola cabina tutta vetri che riflettono persino le nuvole in cielo.

Appena trovo un sentiero che si infila nella fitta boscaglia di ginestre lo seguo fino al limitare del promontorio. In alcuni tratti le ginestre sono andate a fuoco, ma i tronchi contorti non si sono seccati del tutto e immagino che in primavera molti torneranno a fiorire.
Tornerò anch'io per controllare.
Rientro a casa carica di rami e foglie e fiori, e ho raccolto anche una mezza dozzina di piante grasse per arricchire la mia già nutrita collezione, e mi sento anche più contenta così di quando vado a farmi regali nel mio solito vivaio..

Domenica invece seguo le indicazioni del padrone di casa e mi avventuro lungo un sentiero "segreto" che parte proprio sopra la veranda e si perde nella vegetazione fitta e profumata che riveste l'intera collinetta affacciata su Cala Inferno.
Seguo i gradoni intagliati nella roccia, e più avanti ricavati dai vecchi terrazzamenti che un tempo rivestivano tutto il versante, coltivati a lenticchie, cicerchie e fagioli, come mi spiega al rientro lo stesso padrone di casa: "c'erano tanti confinati sull'isola, facevano lavorare loro, ma adesso non c'è più nessuno che si dedica a lavorare la terra".

In pochi minuti mi ritrovo affacciata ad un belvedere che toglie il respiro, a strapiombo sul mare tra una lunga spiaggia di ciottolini grigio perla e una serie di grotte intagliate nella scogliera dello stesso colore.
Un pettirosso si intrufola tra i cespugli, le lucertole si affacciano sulle pale di fico, dietro un muretto mi pare di intravedere la coda di un leprotto. I cespugli di euforbie sono più alti di me e quelli secchi sono così ramificati da sembrarmi quasi più belli di quelli verdi. Le piante di erica sono tutte in fiore, con quei caratteristici grappoli all'estremità di ogni rametto, pieni di campanelline rosate che a guardarle da vicino sembrano dei vasetti in ceramica dai bordi ondulati dipinti di viola.

Se il padrone di casa non mi avesse aperto quella porticina azzurra che dal terrazzo immette direttamente nel sentiero "segreto", non avrei mai scoperto che la veranda ha un grande giardino terrazzato sul retro: mi siedo sull'erba secca, appoggio la schiena al tronco nodoso di un piccolo ginepro e finisco di leggere il libro iniziato venerdì: "Non credere, l'aveva incoraggiata, guarda che la vita a volte può sorprenderci e darci anche di più di quello che avevamo desiderato."[Sarebbe bellissimo di Paola Antonia Tasca]

La rugiada del mattino...
Il belvedere del sentiero "segreto"!
L'euforbia secca è quasi più affascinante di quella viva sulla sinistra...
Uno dei muretti a secco diventato sentiero...
Una pianta di ginepro bella anche se secca! 

05 dicembre 2025

Il sostegno dell'isola - diario scombinato di un'insegnante in trasferta a Ponza 💙 #11

🧭 Venerdì 5 dicembre 2025
👣 Giornate fredde e piovose
⭐ Uno spiraglio di luce 

Ieri ho dovuto accompagnare la quinta classe in chiesa: su invito del comandante dell'Ufficio Marittimo di Ponza, una rappresentanza della scuola ha partecipato alla messa eucaristica in onore di Santa Barbara, la patrona dei marinai.
Studenti in divisa, uscita anticipata, trasferimento in autobus: un'ora di funzione nella chiesa del porto, la Chiesa Madre dei Santi Silverio e Domitilla, insieme a rappresentanti in alta uniforme di Guardia Costiera, Carabinieri e Guardia di Finanza.
È la prima volta che mi capita, e ancora rifletto sull'importanza di conciliare le tradizioni religiose locali con il principio di laicità della scuola pubblica.

Uscita dalla chiesa, il sole inizia a fare timidamente capolino tra le nuvole, una piacevole sorpresa dopo le ultime giornate di rovesci persistenti, tanto da dover attivare l'allerta meteo arancione in tutta la regione: decido allora di concedermi una passeggiata in questa zona dell'isola, che non ho ancora avuto modo di esplorare come vorrei.

Mi inerpico su per una scalinata  irregolare che dalla scuola, la cui sede centrale dista pochi passi dalla chiesa, sale lungo il costone roccioso che dal porto conduce verso Monte Guardia: dopo alcuni scalini che serpeggiano tra le case più basse, ci si può affacciare in mare aperto sui Faraglioni del Calzone Muto, così chiamati perché pare che un pescatore muto andasse sempre lì a pescare, con una tale frequenza che nella roccia sembra rimasta impressa la forma bianca dei suoi calzoni. 

Qui è tutto un susseguirsi di ville chiuse ma ben tenute che si contendono ogni spazio utile, adagiate tra gli scaloni che modellano la collina sovrastante il porto, ricche di cortili interni e terrazze panoramiche, in ogni angolo grandi vasi di piante grasse che, protette dai bassi muretti imbiancati a calce, crescono che è una meraviglia.

Salgo lungo il sentiero che diventa sempre meno acciottolato e sempre più sterrato, e oggi anche un po' fangoso: non ho le scarpe adatte, ma scorgo l'indicazione per la Cappella della Madonna della Civita e mi sorprendo a pensare che chiesa per chiesa, tanto vale allungarsi alla scoperta di un luogo che si preannuncia ameno e selvaggio insieme.

Il sentiero è quello che conduce alla località degli Scotti, dove le maioliche all'ingresso delle case portano tutte lo stesso cognome, Scotti per l'appunto: corre a mezza costa tra terrazzamenti ancora ben conservati e coltivati a vigneti, uliveti e aranceti, ed è cinto oltre che da muretti a secco, talvolta cadenti e sfaldati per le recenti piogge, anche da fitte siepi di euforbie e opuntie, le pale di fico che svettano su un mare così calmo da far venire voglia di camminarci sopra.

La passeggiata è breve, in un'oretta scarsa raggiungo la mia meta, mi siedo sul sedile in pietra davanti all'ingresso della cappella e per qualche minuto mi godo gli ultimi raggi del sole, già quasi del tutto nascosto dalla montagna più alta di Ponza, quel Monte Guardia che allunga la sua ombra scura e gelida sul sentiero sottostante.

Non mi avventuro oltre perché in alcuni tratti i passaggi sono a strapiombo sul mare, talmente stretti che a malapena ci stanno due piedi appaiati e così malmessi da meritare a pieno il nome popolare: Scarrupata. Ci tornerò in compagnia, magari in primavera, quando gli aromi della macchia mediterranea potranno coprire gli effluvi delle cacche dei cani che ora abbondano in gran quantità.

Ridiscendo con calma verso il paese, ammirando la successione di casette dai colori pastello, addobbate per le feste ma quiete e silenziose in questo  primo pomeriggio di fine autunno.
La strada, ora cementata a righe irregolari e grossolane, si snoda sinuosa tra belle ville dai nomi campestri, Villa Marietta, Laetizia e Olimpia, alcune trasformate in alberghi di lusso chissà quanto affollati in alta stagione. Ora sembrano tutte chiuse, forse alcune anche abbandonate, a giudicare dallo stato di incuria in cui versano gli ingressi e le cancellate. 

Gli scorci panoramici che si godono da quest'angolo rialzato dell'isola sono comunque molto suggestivi e ovunque si volga lo sguardo c'è il mare, sempre placido e tranquillo, di un azzurro intenso solo leggermente increspato dalla brezza fresca della giornata.
Arrivo alla fermata dell'autobus con qualche minuto di anticipo sulla corsa e apprezzo la calma del porto, la piazza vuota, l'assenza di ogni attività, ora che il traghetto è appena partito e sembra che abbia imbarcato insieme alle persone anche la loro vitalità. 

Sull'isola rimane il silenzio e la solitudine: inizio a capire meglio perché chi abita qui aspetti con trepidazione la fine dell'estate per restare a godersi in pace l'isola. Rientro a casa giusto in tempo per evitare l'ennesimo temporale, con gli scrosci della pioggia che battono sulle finestre con tale forza che sembra ci sia qualcuno che bussa per entrare... è così da giorni, ma sono contenta di aver approfittato di questo breve sprazzo di sole per assaporare i colori, gli odori e gli umori dell'isola più bella del Mediterraneo.

Chiudo con la poesia "Inverno isolano" di Francesco De Luca, autore ponzese che spesso in dialetto canta dell'isola, la terra nel mare:

"Quanta desolazione
il risonante ciottolato
nella pavida sera,
quando solo i cani strisciano la coda
fra i muri raschiato dal vento,
signore dei vicoli.
Attonito stupore
salta di finestra in loggia
accendendo soffuse parole.
Silenzio: in letargo si vive di gesti.
Nella piazza fiaccole dolenti
annottano la vista
e nel grigio del mare inquieto
ingrigia anche la paura."
[Come l'agave - raccolta di poesie di F. De Luca]

La vista sul faro del porto dall'alto della scalinata che segue il costone roccioso...

Uno degli scorci panoramici che si gode dal Sentiero Scotti 💚💙

La scalinata della Cappella della Madonna della Civita, rivolta a Ventotene che si scorge all'orizzonte 💙

Le melagrane arrugginite di un cancello...
L'ingresso di un'altra villa abbandonata...