IL BLOG DI TATIYAK

Il kayak è diventato la nostra grande passione, quella che ci appaga al punto da abbandonare tutte le altre per dedicarci quasi esclusivamente alla navigazione.
In kayak solchiamo mari, silenzi, orizzonti ed incontriamo nuovi amici in ogni dove...
Così abbiamo scoperto che la terra vista dal mare... è molto più bella!
Tatiana e Mauro

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20 aprile 2020

Museo Polare Silvio Zavatti di Fermo

Qualche mese fa, ben prima dell'inizio della pandemia e dell'isolamento sociale, abbiamo avuto la fortuna di visitare, insieme ad un nutrito gruppo di amici, il Museo Polare Silvio Zavatti di Fermo.
Lo scorso 8 novembre 2019 eravamo tutti confluiti in quel di Pedaso (Marche) per la seconda sessione del corso istruttori FICT ed abbiamo così colto l'occasione per ammirare la collezione del primo museo italiano dedicato ai Popoli Artici e agli esploratori polari.
Come riportato nel primo pannello esplicativo, il Museo Polare, fondato nel 1969 a Civitanova Marche, faceva parte, insieme alla Biblioteca Polare, dell'Istituto Geografico Polare istituito dallo stesso Zavatti nel 1944 a Forlì, poi acquistato dal Comune di Fermo nel 1993.
Dopo la morte del suo fondatore, l'Associazione Amici del Museo Polare, con il sostegno comunale e dei vari direttori che si sono succeduti alla guida dell'istituto, ha portato avanti "lo spirito ed i principi con cui l'Istituto fu fondato: lo studio delle regioni polari, la divulgazione della cultura e delle tradizioni Inuit, l'organizzazione di spedizioni polari per arricchire il patrimonio museale ed, infine, la pubblicazione della rivista specializzata Il Polo".


Silvio Zavatti (Forlì, 10 novembre 1917 - Ancona, 13 maggio 1985) è stato un esploratore, politico ed antropologo italiano. Il suo interesse per l'ambiente polare nacque da giovanissimo quando, imbarcato per due anni su una nave inglese, incontrò ancora ventenne il suo primo iceberg.
Un altro pannello spiega che Zavatti ebbe il suo primo contatto con gli Inuit nel 1961, a Rankin Inlet nell'Artide canadese. "Durante le spedizioni, condusse ricerche su meteorologia, oceanografia, cartografia, geologia, botanica, zoologia, ecologia degli ambienti polari. Ha studiato gli usi ed i costumi, l'arte, la danza, la religione, l'ordinamento scolastico e la lingua dei popoli artici. Grande impegno riservò alla ricerca, affiancando alle esplorazione anche l'attività di scrittore attraverso la pubblicazione di volumi specialistici (come il Dizionario degli esploratori e l'Atlante Geografico Polare), libri di carattere divulgativo (spesso ristampati e anche tradotti) e articoli per autorevoli riviste italiane e straniere".
Nel 1970 Zavatti organizzò a Civitanova Marche il Congresso Internazionale Polare, mente nel 1983 fu relatore a quello di Parigi. Nel 40° anniversario della sua spedizione in Groenlandia l'Istituto Geografico Polare ha organizzato due spedizioni, la nel settembre 2002 e la seconda nel marzo 2003, per raggiungere il distretto di Angmassalik. Altre due spedizioni, nel 2005 e nel 2007, sono state organizzate nell'ambito dell'Anno Internazionale Polare 2007-2008 in collaborazione con il CNR-Polarnet.


Il distretto di Angmassalik è particolarmente noto agli appassionati di kayak da mare.
E' in quel breve tratto di costa orientale della Groenlandia, incuneato tra fiordi e ghiacciai, disseminato di iceberg alla deriva e di piccoli villaggi ormai quasi del tutto disabitati, che ormai più di 4000 ani fa sono nati i primi kayak skin-on-frame in legno, osso e pelle di foca: disegnati e realizzati dai cacciatori Inuit con i materiali di risulta trasportati sulle spiagge artiche dalla corrente del golfo, i kayak erano rivestiti in pelli di foca, cucite insieme con tendini sottili e resistenti tirati dalle donne Inuit e resi impermeabili grazie ad un portentoso miscuglio di sangue e saliva.
Le antiche linee dei kayak groenlandesi hanno inspirato molti dei moderni kayak da mare.
Nelle teche ordinatissime del museo sono disposti alcuni rari modellini di slitte, umiak e kayak,  alcuni dei quali donazioni di Jean Malaurie, altro grande esploratore ed antropologo artico, così come anche arpioni e trapani ed altri utensili indispensabili alla sopravvivenza dei popoli artici.
Noi abbiamo scelto di pubblicare solo una manciata tra le decine di foto scattate durante la visita, nell'intento di proporre una sorta di visita virtuale del Museo Polare Silvio Zavatti e con la speranza che, una volta chiusa la fase di emergenza sanitaria, si possa tornare ad apprezzare dal vivo l'immenso patrimonio artistico e culturale italiano ed Inuit.
Il Museo Polare Silvio Zavatti di Fermo merita davvero una (nuova) visita approfondita!

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