Siamo stati ricevuti dal sindaco della ridente cittadina nizzarda e siamo rimasti ospiti del locale circolo velico.
Anche se la notte trascorsa in un'unica camerata sotto la volta a botte in mattoni rossi delle sale dei vecchi cantieri navali è stata funestata dai rumori molesti di qualcuno dei partecipanti, immediatamente scoperto e deferito al consiglio superiore dei kayakisti silenziosi.
L'organizzazione impeccabile di Toni ha reso l'evento particolarmente animato, allegro e divertente.
Ogni kayak è stato dotato di bandierine commemorative dell'evento, con il bellissimo logo disegnato da Carlo Pezzana e la bandiera italiana. In attesa dell'arrivo di alcuni kayakers francesi ho colto l'occasione per un auto scatto nell'oblò di un motoscafo ancorato in porto.
La pagaiata in mare è stata lunga, 37 km tra ondicelle irriverenti, scrosci di pioggia e qualche folata di vento contraria. Un paio di traini hanno reso più animata la giornata. Dopo una prima sosta in territorio francese, una pianta di fichi alle porte di Ventimiglia ha sfamato "l'italica flottiglia", che si è subito riversata al ristorante.
Le cameriere gentili e sorridenti devono aver pensato che eravamo in mare da chissà quanto tempo perchè in un attimo abbiamo fatto sparire cozze, fritture e abbondanti piatti di pasta col pesto! Uscendo ci hanno detto che siamo stati "facili da gestire"!
Chissà se la pensa così anche Toni: il secondo giorno ha visto prendere il mare a 4 kayak soltanto.
Gli altri si sono fatti intimorire dal mal tempo ed impensierire dal recupero dell'auto lasciata a Villefranche.
In due però hanno riscattato l'onore dell'intero gruppo, pagaiando fino a San Remo, seconda tappa prevista dell'escursione, e tornando indietro a Ventimiglia dopo un paio d'ore.
Quando la passione per il kayak fa superare i confini geografici è sempre una buona cosa!!!
Ma siete inarrestabili!
RispondiEliminaVi invidio e Vi ammiro ;)
Renato.