L'associazione Sullacqua ha aperto la stagione canoistica con una pagaiata sul Lago di Varese.
Io ho partecipato con piacere all'iniziativa, era una occasione per incontrare vecchi e nuovi amici, ed anche perché era qualche anno che non pagaiavo su questo lago.
A dire il vero, il Lago di Varese, pur essendo piacevole dal punto di vista paesaggistico, pur essendo un'oasi naturalistica di interesse europeo per gli animali di passo, pur conservando ancora le tracce di insediamenti umani su palafitte tra le più antiche dell'Italia settentrionale, pur essendo un centro di allenamento ed un campo gara per canottieri, kayak e canoe tra i più rinomati della penisola e ambito a livello mondiale, conserva anche il primato di avere una qualità dell'acqua tra le più infime sulle quali io abbia mai pagaiato, ed anche in una giornata ancora abbastanza freddina come ieri, in alcune anse faceva sentire il suo fetore ripugnante.
Comunque, la forza della compagnia, del gruppo e dell'amicizia, può superare qualsiasi ostacolo e far passare in secondo piano la schiuma, le bolle e gli aloni che si formavano sull'acqua ad ogni pagaiata vicino a riva...
Così ci siamo ritrovati in una quidicina di anime a Schiranna ed abbiamo deciso di effettuare il giro del lago in senso antiorario. Abbiamo toccato Calcinate Del Pesce, Gropello, Gavirate e Biandronno, quindi una sosta per ristorarci all'Isolino.
Il nome di questo triangolo di terra a pochi metri dalla riva ovest del lago, rende bene l'idea delle sue dimensioni microscopiche: 180 metri di lunghezza per 90 di larghezza.
Tuttavia, a dispetto delle ridotte dimensioni, sull'isola si trovano un ristorante, che apre su prenotazione, ed un museo che ospita i reperti del lago ritrovati soprattutto sull'Isolino stesso e che è visitabile anch'esso previa prenotazione.
Per noi solo un veloce panino, qualche goccio di liquori vari e, approfittando dell'apertura del ristorante, per qualcuno anche un buon caffè fumante, e poi via di nuovo in kayak per il ritorno, passando da Cazzago Brabbia e quindi al punto di imbarco.
Tutto il lago, ad esclusione delle parti prospicienti i paesi, è un susseguirsi di canneti paludosi che sono un ottimo habitat per diverse specie di uccelli e, fra gli altri, abbiamo avuto la fortuna di vedere da lontano dei cigni in cova: uno nel nido, l'altro, tutto rigonfio e pronto alla battaglia, che "incrociava" di sentinella nelle vicinanze.
Purtroppo questo stato di perfetta accoglienza degli uccelli è sfruttato anche dai cacciatori, infatti tutto il lago è anche edificato con innumerevoli "casotti" di caccia mimetizzati tra le canne e, durante la stagione di apertura della caccia, oltre ai richiami finti, utilizzano anche numerosi animali vivi legati davanti alle loro postazioni.
Per me è sempre uno spettacolo raccapricciante e sempre meno riesco a capire come esseri che dovrebbero pensare ed utilizzare l'intelligenza, possano diventare delle bestie fino a questo punto, e solo per il piacere, non per la necessità del cibo.
Ogni volta che mi capita di ritrovare questa situazione, mi cresce sempre più il desiderio di incendiare queste costruzioni per distruggerle, e faccio sempre più fatica a trattenermi... mi sa tanto che con me non funziona il meccanismo che invecchiando si diventa più tolleranti... molti anni fa dividevo le persone e le cose con il coltellino ed il cesello... ora l'attrezzo più fine che uso... è la scure!
Comunque, puzza e cacciatori a parte, è stata un'ottima giornata in kayak, ed è poi proseguita al vicino bar con qualche stuzzichino innaffiato da diverse birre, e poi ancora, per i pochi rimasti, in pizzeria, per continuare a parlare della giornata in kayak e... del destino del mondo...
Grazie a tutti per la giornata.
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