Ad Anglesey si respira un clima di incredibile eccitazione collettiva, di profondo rispetto reciproco, di grande passione condivisa: kayakers famosi e di grande esperienza pagaiano insieme ad illustri sconosciuti che magari affrontano per la prima volta le correnti di marea o i salvataggi in mare mosso. Navigano tutti insieme nelle stesse acque e poi a terra se la raccontano fino a notte fonda. Tutti ascoltano i discorsi di tutti, ognuno ha qualcosa da raccontare, qualcuno vuole saperne di più: si pagaia, si ride, si capisce... il mondo del kayak da mare è talmente vasto che non si finisce mai di scoprire nuovi aspetti!
L'argomento di conversazione principale, e forse unico, è il kayak da mare, ovviamente, e tutti riportano le esperienze fatte durante il giorno in questo o quel posto, gli errori commessi nel surf sulla tale onda oppure i salvataggi ben riusciti nella tale baia o ancora dello sbarco sulle rocce, dei traini in corrente, delle traversate...
I primi due giorni sono dedicati al simposio vero e proprio, con talmente tanti corsi che è difficile scegliere quale seguire. Durante la settimana, invece, vengono proposti i vari corsi BCU, dal più elementare 2 stelle al più impegnativo 5 stelle e ce n'è per tutti i gusti: corsi teorici di navigazione costiera ed in acque aperte, studio delle correnti di marea, uso corretto del VHF, corsi pratici di sicurezza e salvataggi, esami per tutti i livelli, prove in acqua con diversi tipi di canoa. Non mancano mai le escursioni giornaliere o le brevi traversate alle isole vicine, che possono diventare anche molto impegnative in ragione delle correnti e dei venti domintanti. Per finire, la ciliegina sulla torta: due giorni di corso sulle correnti di marea più famose del regno, quelle lingue d'acqua spumeggiante che imbiancano il mare tutto intorno all'Isola di Anglesey, un grandissimo parco giochi per il kayak!
Il simposio è ospitato presso l'attrezzato centro per le attività all'aperto di Anglesey, un grande ostello immerso nel verde delle dolci colline gallesi a due passi dal mare: ha camere miste al piano superiore per una quarantina di persone (io ho avuto la fortuna di dividere la stanza con tre ragazze meravigliose!), cucina comune per i liberi campeggiatori, ampio salone centrale per la colazione e al cena e varie sale di lettura per le riunioni di gruppo. Intorno al centro, dotato di servizi per i camper, docce calde e locali per stendere l'attrezzatura, razzolano galline, conigli e caprette, e lo spettacolo delle tende piantate in ordine sparso e dei kayak perfettametne allineati tra i cespugli è uno di quelli che non si dimenticano più!
L'unica pecca è la cucina, incolore ed inodore, insipida da mettere tristezza ma fortunatamente abbondante: sfamare 200 kayakers può diventare un'attività pericolosa.
Gareth, un amico norvegese che ritrovo tutti gli anni, dice che gli sembra un campeggio scout: è tutto organizzato nei minimi dettagli, dalla sveglia alla prima colazione, dall'incontro delle 9 per organizzare i gruppi al carico dei kayak sui carrelli, dal luogo prescelto per andare a giocare all'orario di rientro alla base, dalla cena al programma fitto fitto delle serate. A te non resta che pagaiare!
Pagaiare e fotografare, pagaiare e filmare, pagaiare e raccontare, pagaiare e ridere, pagaiare e programmare nuove avventure con nuovi amici in nuovi angoli del mondo!!!
Quest'anno, stando comodamente seduti sulle poltroncine del teatro cittadino, abbiamo seguito le avventure di Eila Wilkinson nel suo giro dell'Irlanda, di Simone Osborne nel suo viaggio in Corea del Sud e poi ancora spedizioni in Tasmania, Groenlandia e...
La cosa che mi ha più colpito ed emozionato è stata la grande considerazione che tutti hanno di tutti: i grandi maestri ti ascoltano e ti consigliano, accettano i tuoi pensieri ad alta voce ed i tuoi consigli. Si discute serenamente di tutto, dalla cima di traino più efficace alla risalita in kayak più veloce, dal miglior modo di entrare in corrente all'attrezzatura necessaria per l'escursione notturna, dalla misura dei moschettoni al paraspruzzi ideale. Si affrontano ogni giorno decine di argomenti diversi e da ogni conversazione si può imparare qualcosa di nuovo... Io ho trovato anche grande comprensione per la mia scarsa proprietà di linguaggio ("Il tuo inglese è certo megliore del nostro italiano") e tanto incitamento per i miei sforzi di comunicazione ("Insegnare in una lingua diversa può essere frustrante, ma la lingua del kayak può essere universale"); inoltre, ho vissuto una assoluta parità uomo-donna (qualche aneddoto sulla mentalità italiana ha fatto increspare la fronte a più di qualcuno...) ed una sincera solidarietà tra "colleghi", del tutto priva di invidia, gelosia e prevaricazione!
L'atmosfera che si respira ad Anglesey nei lunghi giorni del simposio è di totale condivisione della passione che ci avvicina tutti al kayak e al mare, nel pieno rispetto della natura e delle regole di sicurezza. E anche le differenze caratteriali e culturali sono vissute come un arricchimento che può permettere al gruppo di crescere e migliorare... Ho imparato tantissimo dai ragazzi con cui ho seguito il corso di quattro giorni per insegnante di primo livello, perchè è stato incredibilmente istruttivo vedere con quanta passione, attenzione e divertimento ognuno faceva del suo meglio per trasmettere agli altri l'amore per il kayak da mare!
Mi è rimasta impressa la frase introduttiva del sillabus per il 5 stelle che più o meno recita così: "questo brevetto non è riservato ad una ristretta elite ma è aperto ad ogni canoista che abbia pagaiato in diverse condizioni e che può ottenerlo entro tre anni "...
Prima di partire avevo pensato che sarebbe stato il mio ultimo anno ad Anglesey: sono troppo vecchia e troppo stanca per affrontare ancora queste settimane intensive di studio e pratica del kayak da mare. Poi mi è bastato passare le prime ore in acqua per ricredermi: voglio tornarci anche il prossimo anno!
Avevo il collo segnato dalla muta stagna ancora troppo stretta, le mani piene di vesciche e calli per avere cambiato pagaia, le gambe indolenzite per il pozzetto stretto del Romany basso volume e le spalle doloranti per la nuova pagaia moderna (per una volta, niente groenlandese, sigh!): incredibilmente, ho dimenticato tutti i dolori non appena ho affrontato la prima tidal race!
Puro godimento, come direbbero gli amici norvegesi!
After more than two weeks, I finally succeed in writing something about the Anglesey Symposium that I was so lucky to attend this year (for the third time) since April 30 to May 10.
It was a long and fatiguing week: I came back home with a new collection of multi-colour bruises and I was asleep on my feet. But I came back also full of enthusiasm! To be able to attend all the scheduled courses, I have also prolonged the stay, postponed the flight and changed the railway ticket: good choise indeed! It was a really great week!
A the Anglesey Symposium there is a special atmosphere of unbelievable collective excitement, of depth mutual respect, of great shared passion: famous kayakers with big experience go paddling together with beginners for the first time into the tides or moving water. They paddle all together and once on the land they chat the night long about sea kayak! Everybody listen to everybody... the sea kayak world is so vast that it is a never ending story!
Anglesey is the University of the sea kayak: you can find courses about navigation, rolling and rescues, moving waters, tidal race and over falls, kayak repair and crash&bash, incident management, forward paddling, daily and half-daily paddles for pleasure, Inuit games and demo kayaks. You can meet the best coaches: Nigel Dennis, Simon Osborne, Philip Cleg, Fiona Whitehead, Trys Morris, Rowland Wollven, Lester Matthews, Phil Hadley and more Jenn Kleck from the United States, Sonja Ewen from Ireland, Renè Schellenberg from Switzerland, Axel Schoevers and Nico Middelkoop from Netherlands, Peter Nicolai from Germany, Sarah and Johan Wagner from Sweden, Ana and Marc Alcober from Spain, just to named someone I've the pleasure to paddle with...
The first two days are devoted to the real symposium, with so so many courses that it is difficult to choose. During the week, are proposed the various BCU courses, from the most elementary 2 stars to the most binding 5 stars and some more: coastal navigation and open ocean navigation, correct use of the VHF, foundation safety and rescues training, assessments, daily paddles and so on. To a perfect end, two days of tidal race and over falls course, a big fun in a big sea!
The symposium is organizes at the Anglesey Outdoord Center, a big hostel in the green of the sweet Welsh hills not far from the sea: mixed rooms for about forty people (I was so lucky to have three marvelous room mates!), a coomon kitchen for the free campers, an ample main room for breakfast and dinner and reading rooms for the meetings. Around the center, endowed with services for the campers, warm showers and more services, hens and rabbits going around the jumble tents and the multi coloured kayaks.
Gareth, a Norwegian friend that I meet there every year, says that it seems a scout camping: it is everything perfectly organized, from the clock alarm to the breakfast, from the morning meeting to kayak's trailers, from the selected place to the dinner and the dense program of the evening lectures. You have just to do one simple thing: paddling!
Paddling and taking pictures, paddle and filming, paddling and chating, paddling and laughing, paddling and programming new adventures with new friends in new angles of the world!!!
This year, being comfortably sat on the city theater, we have followed the adventures of Eila Wilkinson in her trip around Ireland, of Simone Osborne in his trip around South Korea and then still expeditions to Tasmania, Greenland and...It is so inspiring the introduction of the 5 star guidance notes: "the award should not be seen as the preserve of a few elite performers but it is envisaged that a committed club paddler, sea kayaking regular in a suitable range of situations, sea areas and conditions should be able to obtain this award within a period of three years"...
I had the neck still marked by the dry suit, the hands full of bladders because of the new paddle, the legs numbed for the narrow cockpit of the low volume Romany sea kayak and the shoulders painful because of the Europe paddle (no Greenland paddle, sigh!): all incredibly disappeared as soon as I have faced the first tidal race!
"Puro godimento", as the Norwegian people would say!