Ieri abbiamo iniziato un nuovo corso di lungo periodo per imparare a diventare "sea kayak leader".
Non il classico corso intensivo concentrato in un solo fine settimana, ma un più articolato viaggio guidato alla scoperta di tutti i segreti per una sicura, efficace e divertente conduzione del gruppo.
Un corso che gli inglese chiamano "long-term", cioè un bespoke prolungato finalizzato al raggiungimento di uno specifico risultato, che in questo caso richiede variegate competenze...
Sarà stimolante sia per l'allievo, molto determinato a migliorare, che per l'insegnante, sempre pronta ad affrontare nuovi percorsi didattici per sostenere la formazione professionale: stay tuned!
Yesterday we started a long-term sea kayak course with a student interested in becoming a "sea kayak leader". It's not a simple two day course running a single week-end but a long-term development plan to learn all the secrets connected to a safe, efficient and fun leadership practise. It will be surely exited for both of us, the student who is very passionate and motivated, and the coach as well, 'cause I'm always happy to help paddlers improving their skill: a presto!
IL BLOG DI TATIYAK
Il kayak è diventato la nostra grande passione, quella che ci appaga al punto da abbandonare tutte le altre per dedicarci quasi esclusivamente alla navigazione.
In kayak solchiamo mari, silenzi, orizzonti ed incontriamo nuovi amici in ogni dove...
Così abbiamo scoperto che la terra vista dal mare... è molto più bella!
Tatiana e Mauro
Le nostre pagine Facebook: Tatiana Cappucci - Mauro Ferro
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29 settembre 2019
24 settembre 2019
Una giornata speciale...
L'estate è finita: riprendono i corsi di kayak!
La pioggia del mattino... |
Il vento che rinforza... |
Le onde della zona di surf... |
La passione di Pietro non si placa, neanche in una giornata di "brutto" tempo!
19 settembre 2019
Tamigi in kayak e Greenwich a piedi...
E' ormai passato oltre un mese da quando ho visitato Londra.
Ma il ricordo di quella breve vacanza oltremanica è ancora molto forte!
Sono stata invitata ad insegnare al Women's Sea Kayak Festival nel South Devon che si svolge ad anni alterni a metà agosto e ho fatto scalo nella capitale inglese per qualche giorno: quale migliore occasione per pagaiare sul Tamigi?
Con la guida d'eccezione di Michal Madera ho avuto modo di navigare per un tardo pomeriggio lungo le sponde del fiume che attraversa la città, facendo capolino tra i docks ed i grattacieli, ammirando castelli e gallerie d'arte, risalendo la corrente contraria tra un ponte e l'altro.
E' stato molto emozionante raggiungere il Tower Bridge in kayak in una tipica giornata londinese, col cielo di un intenso color grigio cenere ed un coprente velo di foschia ad avvolgere le cime dei palazzi. Ho ritrovato intatto lo spirito inglese in ogni cosa, dalle case galleggianti attraccate a vecchi pontili mobili ai ferry boat turistici e di linea che sfrecciano incessanti nel centro del canale navigabile, dai ragazzi che guardano distratti dalle finestre dei pub agli autobus rossi a due piani che si districano nel caotico ma regolare traffico metropolitano...
Il silenzio del Tamigi è rotto da continui rumori: le onde che frangono sulle corte spiagge disseminate di mattoni rossi, le correnti di marea che mulinano tra gli anneriti piloni dei vari ponti, i gorghi spumeggianti che si allargano intono allo scafo e sembrano voler ingoiare la pagaia... E poi il ticchettio della pioggia sul ponte del kayak, le auto che borbottano incolonnate lungo i viali, le voci dei bambini che si sbracciano per salutarti da lontano.
Erano anni che sognavo di pagaiare sul Tamigi: e seguendo la corrente il sogno s'è avverato!
La calorosa accoglienza di Natalie Maderova, una delle organizzatrici del symposium femminile e l'unica delle tre a vivere nella capitale, mi ha anche permesso di dedicare un'intera giornata alla visita di un altro luogo imprescindibile per chi viaggia per mare: Greenwich!
Ci sono arrivata a piedi in venti minuti, dapprima seguendo il percorso pedonale lungo i Docks e poi infilandomi nello stretto budello nero illuminato al neon del Greenwich Foot Tunnel, l'incredibile sottopassaggio che attraversa il fiume e che può essere percorso solo a piedi o in bicicletta (poco dopo aver pagaiato sul Tamigi, quindi, ci sono anche passata sotto a piedi!).
L'arrivo a Greenwich è stato altrettanto emozionante.
Poter tenere un piede nell'emisfero orientale ed uno in quello occidentale semplicemente facendo un passo a cavallo del Meridiano Zero è un'esperienza unica ed irripetibile: unica perchè permette di ripercorrere mentalmente le lunghe diatribe per giungere alla condivisione di un riferimento chiaro, unico e preciso per la navigazione intorno al globo; irripetibile perchè la lunga fila di turisti che si forma di continuo nel cortile interno per scattare la foto di rito su quella linea ramata ti sospinge presto ai margini di un'esperienza collettiva che, come spesso accade, sembra più desiderosa di collezionare selfie piuttosto che assaporare la storia di un luogo unico...
E a Greenwich c'è da rifarsi gli occhi dentro e fuori il museo dell'osservatorio reale, percorrendo le sale della piccola ma accogliente residenza che ha ospitato gli astronomi impegnati a risolvere la misurazione della longitudine, curiosando nelle teche che conservano e proteggono i primi orologi meccanici, sbirciando tra telescopi antiche e moderni. All'uscita m'è tornata una gran voglia di rileggere "La chioma di Berenice" di Denis Guedj perchè la storia di Greenwich parte davvero da molto lontano. E ci induce a scoprire, tra le altre cose, anche la storia della navigazione...
Ma il ricordo di quella breve vacanza oltremanica è ancora molto forte!
Sono stata invitata ad insegnare al Women's Sea Kayak Festival nel South Devon che si svolge ad anni alterni a metà agosto e ho fatto scalo nella capitale inglese per qualche giorno: quale migliore occasione per pagaiare sul Tamigi?
Con la guida d'eccezione di Michal Madera ho avuto modo di navigare per un tardo pomeriggio lungo le sponde del fiume che attraversa la città, facendo capolino tra i docks ed i grattacieli, ammirando castelli e gallerie d'arte, risalendo la corrente contraria tra un ponte e l'altro.
E' stato molto emozionante raggiungere il Tower Bridge in kayak in una tipica giornata londinese, col cielo di un intenso color grigio cenere ed un coprente velo di foschia ad avvolgere le cime dei palazzi. Ho ritrovato intatto lo spirito inglese in ogni cosa, dalle case galleggianti attraccate a vecchi pontili mobili ai ferry boat turistici e di linea che sfrecciano incessanti nel centro del canale navigabile, dai ragazzi che guardano distratti dalle finestre dei pub agli autobus rossi a due piani che si districano nel caotico ma regolare traffico metropolitano...
Il silenzio del Tamigi è rotto da continui rumori: le onde che frangono sulle corte spiagge disseminate di mattoni rossi, le correnti di marea che mulinano tra gli anneriti piloni dei vari ponti, i gorghi spumeggianti che si allargano intono allo scafo e sembrano voler ingoiare la pagaia... E poi il ticchettio della pioggia sul ponte del kayak, le auto che borbottano incolonnate lungo i viali, le voci dei bambini che si sbracciano per salutarti da lontano.
Erano anni che sognavo di pagaiare sul Tamigi: e seguendo la corrente il sogno s'è avverato!
Il mio primo scorcio sul Tamigi in una giornata baciata dal tipico "british weather"! |
Michal attraversa il Tamigi alla volta della Tate Gallery... |
L'accattivante forma della City Hall progettata dal Sir Norman Foster (che non disegna solo brutti yacth!) |
L'inequivocabile simbolo di Londra: il Tower Bridge! |
La guida del Tamigi per l'uso ricreativo: a me è sembrata più che perfetta! |
Uno scorcio di Londra dalla collina di Greenwich... |
La lunga fila per la foto di rito sul Meridiano Zero di Greenwich... |
L'antico cippo marmoreo usato come riferimento fino a metà Ottocento... |
L'attuale Meridiano contornato dalle iscrizioni delle coordinate Est-Ovest di vari capitali mondiali... |
La storia è fatta dal tempo che scorre, e che qualcuno si premura di misurare... |
La calorosa accoglienza di Natalie Maderova, una delle organizzatrici del symposium femminile e l'unica delle tre a vivere nella capitale, mi ha anche permesso di dedicare un'intera giornata alla visita di un altro luogo imprescindibile per chi viaggia per mare: Greenwich!
Ci sono arrivata a piedi in venti minuti, dapprima seguendo il percorso pedonale lungo i Docks e poi infilandomi nello stretto budello nero illuminato al neon del Greenwich Foot Tunnel, l'incredibile sottopassaggio che attraversa il fiume e che può essere percorso solo a piedi o in bicicletta (poco dopo aver pagaiato sul Tamigi, quindi, ci sono anche passata sotto a piedi!).
L'arrivo a Greenwich è stato altrettanto emozionante.
Poter tenere un piede nell'emisfero orientale ed uno in quello occidentale semplicemente facendo un passo a cavallo del Meridiano Zero è un'esperienza unica ed irripetibile: unica perchè permette di ripercorrere mentalmente le lunghe diatribe per giungere alla condivisione di un riferimento chiaro, unico e preciso per la navigazione intorno al globo; irripetibile perchè la lunga fila di turisti che si forma di continuo nel cortile interno per scattare la foto di rito su quella linea ramata ti sospinge presto ai margini di un'esperienza collettiva che, come spesso accade, sembra più desiderosa di collezionare selfie piuttosto che assaporare la storia di un luogo unico...
E a Greenwich c'è da rifarsi gli occhi dentro e fuori il museo dell'osservatorio reale, percorrendo le sale della piccola ma accogliente residenza che ha ospitato gli astronomi impegnati a risolvere la misurazione della longitudine, curiosando nelle teche che conservano e proteggono i primi orologi meccanici, sbirciando tra telescopi antiche e moderni. All'uscita m'è tornata una gran voglia di rileggere "La chioma di Berenice" di Denis Guedj perchè la storia di Greenwich parte davvero da molto lontano. E ci induce a scoprire, tra le altre cose, anche la storia della navigazione...
Ubicazione:
Londra, UK
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