Dopo averlo
rimandato per cattivo tempo, a distanza di un anno riusciamo a coronare il sogno di un viaggio in Istria. Breve, appena 4 giorni, e assolato, mai una nuvola in cielo. In allegra compagnia: Guido ci ha raggiunti da Roma e a Trieste abbiamo ritrovato Beatrice e Gregorio, che non vedevamo da
Maiorca. Più che macinare chilometri, avevamo voglia di stare insieme, chiacchierare e sognare. Ci è riuscito benissimo. Soprattutto bere e mangiare.
Abbiamo lasciato le auto nel parcheggio esterno del campeggio Stupice, poco fuori Premantura, un villaggio di pescatori con poche casupole addossate al campanile in pietra bianca che si vede da ogni versante del promontorio. E' la parte estrema dell'Istria, lo sperone meridionale, la punta della freccia scoccata nell'alto Mare Adriatico. Forse il tratto di costa più selvaggio ed attraente, chiuso tra Medulin e Pola.
L'Istria è terra croata, spigolosa come il carattere della sua gente. E' anche un piccolo paradiso affacciato sul mare, ricco di storia e pieno di bellezze naturali: piante, isole, fari, insenature, spiagge. E grotte, anche: in una siamo potuti entrati solo perchè abbiamo avuto la fortuna di incontrare calma piatta e bassa marea, altrimenti l'ingresso non è praticabile. E vento. La bora maltratta spesso la costa ma insieme al sole di fine stagione abbiamo trovato anche calma di vento, che solo l'ultimo giorno ci ha spettinato con folate di 8-10 nodi. Stranamente a favore.
Il campeggio libero in Croazia è vietato e abbiamo cercato di essere il più discreti possibile: fortuna che in inverno il sole cala alle 4 del pomeriggio e già alle 6 si può montare la tenda protetti dell'oscurità. Una falce di luna ci ha tenuto compagnia agli sbarchi e fino all'ora di cena, mai oltre le 8 di sera, anche quando siamo andati al ristorante di Fazana, il nostro giro di boa del viaggio in mare. Che bella, Fazana: casine affacciate sul porticciolo, traghetti che partono per il parco naturale delle Isole Brioni, una lunga passeggiata sul lungo mare e la frenesia della stagione estiva svanita con gli ultimi turisti. Siamo soli sotto la pineta, la mattina qualche cane che porta a spasso il padrone e al largo tante barchette di pescatori.
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Il momento più caldo della vacanza |
Non sono mancati incontri interessanti. Pensavo si fossero estinte in tutto il Mediterraneo, anche se baie, grotte e cale ne portano ancora il nome, un'evocazione dal sapore amaro che non può perdonare il massacro degli ultimi decenni. Invece le foche sono tornate!
Ne abbiamo avvistata una nel golfo di Pola e per lunghi minuti ha nuotato insieme a noi. Al principio pensavamo si trattasse di un delfino "al cazzeggio" perché l'andatura era particolarmente lenta. Quando l'abbiamo avvicinata abbastanza da riconoscerla, siamo rimasti tutti senza parole. Le foto dimostrano che non abbiamo avuto le allucinazioni: un grande esemplare di foca monaca, il manto chiaro chiazzato ed il classico sbuffo dal naso prima di ogni emersione. Nuotava tranquilla tra le imbarcazioni e sembrava godersi la giornata di sole e di calma...
Chissà dove riposa, la nostra amica foca. Gli scogli sono taglienti come rasoi ed il salto tra la roccia ed il mare è spesso immediato, troppo alto per l'animale flessuoso in acqua ma goffo a terra. Invece, sulla via del ritorno, abbiamo capito che l'Istria è il luogo ideale per questi nostri antenati: ci sono angoli dove gli elementi hanno reso la costa accogliente anche per dei pescioni lunghi e pesanti come i nostri 5 kayak.
Su questo scoglio piatto ai piedi di una base militare, poco fuori dal porto mercantile di Pola, abbiamo prolungato la sosta per il pranzo finché il senso di colpa non ha preso il sopravvento: siamo venuti fin qui per pagaiare, mica per bighellonare!
Ma anche per gozzovigliare! L'ora migliore è quella del primo mattino, quando Gregorio ci dava la sveglia poco prima del sorgere del sole, appena in tempo per smontare il campo senza dare nell'occhio. Poi, al riparo della macchia mediterranea e su un tappeto di aghi di pino ci siamo impegnati a fondo per smaltire la cambusa stivato a bordo. Riuscendoci. Chissà perchè, ma non c'è modo di perdere peso, anche pagaiando per 60 chilometri in 4 giorni...
Un bellissimo racconto di Beatrice
pubblicato sul sito del CKF racconta lo stesso viaggio con tanti altri particolari che ho dimenticato o volutamente taciuto: buona lettura!
Last year we cannot gothere, finally this month we paddle in Istria. Short trip, just four sunny days.
In very good company: five friends, Mauro,Guido, Beatrice, Gregory and me. Rather than kayaking for long distances, we wanted to stay together, to talk and dream. We left the car in the parking area of the camp Stupice, just outside Premantura, a fishing village with a few colored huts huddled around the bell tower, which is visible from each side of the promontory. This is the extreme part of Istria, the southern spur, the tip of the arrow shot in the northern Adriatic sea. The wildest coastline, closed between Medulin and Pula. It's a little paradise, rich in history and full of natural beauty: trees, islands, caves, coves and beaches. And wind. And caves. We riched Fazana, the little harbour excactly in front of the natural parc of Brioni Islands. And we had interesting meeting!
I thought they were extinct in the Mediterranean, although bays, coves and bays will still bear the name. But the seals are back! We paddle with a seal around Pula for long minutes. At first we thought it was a dolphin, swimming very slow. The pictures show that we did not have hallucinations: a great example of a monk seal, it swam among the boats and seemed quiet, enjoying the sunny day.
On a flat rock near a military base just outside the harbour of Pula, we stopped for the lunch break. There is no way to lose weight, even paddling for 60 miles in 4 days...