IL BLOG DI TATIYAK

Il kayak è diventato la nostra grande passione, quella che ci appaga al punto da abbandonare tutte le altre per dedicarci quasi esclusivamente alla navigazione.
In kayak solchiamo mari, silenzi, orizzonti ed incontriamo nuovi amici in ogni dove...
Così abbiamo scoperto che la terra vista dal mare... è molto più bella!
Tatiana e Mauro

Le nostre pagine Facebook: Tatiana Cappucci - Mauro Ferro
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31 gennaio 2015

"Arctic Dream" lecture by Olly Sanders at the Caban...

I had seen the poster of the lecture in the Surf-Lines shop of Llanberis. I have so update my agenda and yesterday evening I went to the meeting (40 minutes walk to go, 55 to come back.. because the Yellow House is on top of the hill...). A lemonade (fom me, beer for them!) with Stephen Miles and Roger Chandler and a long adventure in Alaska, Norway and Greenland... a perfect Friday night!

Arctic Dreams by Olly Sanders: climbing and kayaking around the Arctic
The warm and nice inner space at the Caban... 
The adventure starts!
Avevo visto la locandina della serata la prima volta che sono entrata nel negozio Surf-Lines di Llanberis. Ho annotato la data sulla mia agendina rossa e ieri sera ho partecipato all'incontro: 40 minuti a piedi per andare, 55 per tornare (la Yellow House è in cima alla collina...). Una limonata in compagnia di Stephen Miles e Roger Chandler ed una lunga avventura in Alaska, Norvegia e Groenlandia... un perfetto venerdì sera!

29 gennaio 2015

I love libraries

I love libraries. Since a long time. Since my middle school age.
I love libraries for the silence, the calm, the shared loneliness... for all that books on the shelves, for the confidence they infuse, for the curiosity they inspire... above all, I love libraries for that special feeling of suspended time that I feel every time I start reading a book.
So, I've spent my first day off (Trys went with her students on a river, not my ideal environment for sure!) in the library of the Bangor's University, better in the libraries, 'cause there are more than just one. Priceless refuges where I've gladly took shelter from the strong wind that wailed outside and from the homesick that slides into deep down. An insidious feeling that I'm able to look after only when I'm paddling a kayak, or I'm writing of kayak, or I'm reading about kayak!
Yesterday I was thinking about paddling a kayak!
I've found this interesting introduction from "Kayak navigation", a book written in 1987 by David Burch: " Kayak navigation is unique because kayaks are unique boats [...] The fundamentals of chart reading, compass use and speed, time anche distance reckoning are the same in a kayak as they are in the Queen Mary [...] Kayak navigation is done from the seat of the pants", meaning done in large part from careful looking and trained intuition". Simple concepts to think about.
Then I was also attracted by some books written "to bring women's sports more centrally on to the agenda, to show the importance of using gender as a fundamental category for analysis and to explore some of its complexities". I'm always curious about the relationship between sports, the body and personal identity and I've read something to wonder about: "A woman's sexual orientation is a private issue [...] but discrimination is not private issue, it is professional issue which should be a concern to all fair-minded people"...
I would be curious to know if the Italian university libraries are provided with analogous books. I would sheltered there once I come back home, so that I will be able to look after the nostalgia of Wales!




Amo le biblioteche. Da sempre. Dai tempi delle scuole medie.
Per il silenzio, la tranquillità, la solitudine condivisa... per tutti quei libri in ordine sugli scaffali,per la sicurezza che infondono, per la curiosità che ispirano... soprattutto per quello speciale sentore di tempo sospeso che mi avvolge ogni volta che mi immergo nella lettura.
E' così che ho trascorso il mio primo giorno di libera uscita (Trys porta gli studenti su un fiume di 3° grado, di certo non il mio ambiente ideale!) nella biblioteca universitaria di Bangor, anzi nelle biblioteche, al plurale perché c'è n'è ben più di una. Rifugi impagabili, dove mi sono immersa volentieri per sottrarmi al vento che ulula all'esterno e per respingere la nostalgia di casa che si intrufola nell'intimo. Sentimento insidioso che tengo a bada solo se sono in kayak, o scrivo di kayak, o leggo di kayak! Ieri ho passato la giornata pensando al kayak!
Nel manuale del 1987 scritto da David Burch sulla "Navigazione in kayak" ritrovo un'introduzione accattivante: "La navigazione in kayak è unica perché unico è il kayak. Può andare ovunque ma solo molto lentamente e grazie all'uso di elementari strumenti di navigazione. [...] La lettura della carta, l'uso della bussola e la stima di velocità, tempo e distanza sono uguali in kayak e sulla Queen Mary [...] La navigazione in kayak è istintiva, cioè fatta in larga parte di intuizioni ed attente ricerche". Sembrano continui ossimori concettuali ma mi hanno fatto riflettere a lungo...
Poi ho anche sbirciato in alcuni testi sulla presenza femminile nello sport e sullo sforzo di mostrare come la differenza di genere sia una categoria fondamentale per analizzare le complesse sfumature delle relazioni esistenti tra sport, corpo ed identità personale. Hanno attirato la mia attenzione alcuni volumi sulla discriminazione sessuale nei confronti di sportive lesbiche: "L'orientamento sessuale di una donna è una questione privata [...] ma la discriminazione non è una questione privata, è una questione professionale che dovrebbe riguardare tutte le persone obiettive". Le strategie per ridurre le discriminazione nello sport, come nella vita, sono dalla studiosa individuate, tra le altre cose, nella educazione, nella informazione e nella legislazione... Discorso lungo, che mi tocca da vicino.
Sarei curiosa di sapere se le biblioteche universitarie italiane sono rifornite di testi analoghi: mi ci rifugerei volentieri una volta tornata a casa,tanto per venire assalita dalla nostalgia del Galles!

27 gennaio 2015

Observing Trys Morris - Day 2

We are into the class room again, concentrated on the weather forecasts and on the daily planning. This time the choice is the small and fascinating islet called Ynys Dulas, few miles north of Moelfre, on the east coast of Anglesey.
I've already paddle around here during the circumnavigation of Anglesey I've made with Trenk Muller last year in May and I still have a good memory of its uncommon little stone tower that seems to be a big big pencil... 
The west wind seems to want increasing starting for the late morning and we're waiting for most challenging conditions compared to yesterday. The four students envolved in the leadership training have to so take care of the three 3* paddler, less expert but surely as enthusiastic as the 4* paddler.
It doesn't seem the end of January. I mean, maybe is the right weather for the right season, even if the hair temperatures is exceptionally around 5-9°C. What is bit unusual for me is the general habit to spend time in outdoor activities, like we Italians do only during summer period (maybe!). Two students wear shorts and t-shirt this morning and I was getting cold just having a look on them!
Usual briefing in the classroom and then on the beach, usual warming up and usuale leadership strategies about body system, awarness and crossing... Usual that is never as usual as it seems to be and that often is really new, different and unpredictable.
I have had a good time today too! The navigation was not as challenging as we expected but observing Trys in this second day on a leadership course was really very interesting, again. We just paddled 13 km in 3 hours, incessantly discussing (them) and voraciously listening (me).
The big group of seals at Ynys Dulas made me happy as a child! 

Planning the daily paddle...
Briefing into the van...
A big range of mixed coloured on the Moelfre beach...
The group on the east side of the Ynys Dulan islet
Coaching, practising and observing everytime...
Siamo di nuovo in classe, concentrati sullo studio delle previsioni del tempo e sulla pianificazione dell'escursione giornaliera. La scelta stavolta ricade sulla piccola ed affascinante isoletta chiamata Ynys Dulas, poco a nord di Moelfre, sempre sulla costa orientale di Anglesey.
L'avevo adocchiata da lontano durante la circumnavigazione dell'isola insieme a Trenk Muller nel mese di maggio dello scorso anno ma non ci eravamo arrischiati sin là perchè la corrente di marea non lo permetteva. Mi era rimasto impresso quella torretta di pietra allungata verso il cielo nella forma di una matita appuntita...
Il vento da ovest sembra voler crescere già da metà mattinata e ci aspettiamo condizioni del mare più impegnative rispetto a ieri. I quattro studenti impegnati nella conduzione del gruppo devono farsi carico della sicurezza dei tre compagni di corso, meno esperti ma altrettanto entusiasti.
Non sembra neanche fine gennaio. Cioè, il tempo è quello giusto per il periodo, piovoso, umidiccio e grigio. Le temperature sono eccezionalmente miti e si aggirano stranamente sui 5-9°C ma per il resto siamo perfettamente calati nell'atmosfera gallese invernale. Quello che stona è la naturalezza con cui tutti affrontare l'escursione, neanche fosse piena estate: un paio di studenti si presentano all'incontro in calzoncini e maglietta a maniche corte, che solo a guardarli mi viene addosso un freddo polare!
Solito briefing in aula ed in spiaggia, solito riscaldamento pre-escursione e solite regole di conduzione del gruppo. Quel solito che non è mai tale ma è sempre nuovo, diverso ed imprevedibile.
Mi diverto anche oggi come una bambina! La navigazione si rivela meno impegnativa del previsto perchè i venti di terra hanno rallentano la loro corsa e sfogano le loro intemperanza solo in prossimità delle vallate che si affacciano sul mare. Per il resto, tra ondine imbiancate, pioggerella fitta, freddo crescente e gruppi di foche curiose e giocherellone, copriamo anche oggi la distanza di 13 km in 3 ore discutendo incessantemente (loro) ed ascoltando voracemente (io) tutto quel che può essere detto, immaginato, programmato, cambiato e ricambiato sulla leadership in mare aperto!

Observing Trys Morris - Day 1

When I've decided to come back to Wales I expected that it would have been interesting.
But not sooooo much interesting!!! This first day on the water has been worth the whole trip!
I've had the intention (mostly the hope!) of observing experienced coaches running their courses with a hopefully large variety of paddlers. Once arrived here, I've immediately understand that there is so much things to work out...  and in short, it seems I've gone back at the time of my university studies.
In fact, Trys Morris teaches at the School of sport, health and exercice sciences of the University of Prifysgol in Bangor. This second semester course involved students who want to consolidate their leadership...
So the adventure begins: weather forecast checked, destination of the daily paddle chosen, kayaks well tied on the trailer and in nearly an hour all the group has reached the sea. Our final destination is Puffin Island.
Just out of the Penmon bay blows a strong of shore wind, around an old shipwreck appeares a small tidal-race, a capzise asks for a rescue, then we all paddle towards the coast line and in a ferry glide to cross the narrow strait between the Trwyn Du lighthouse and the Perch Rock red buoy.
The fun is just begun: we paddled in a choppy water along the northern side of the island and then in a long series of clapotis at the east head of the island. We stopped lot of time in an eddy for as many briefings as possible and on the way back we had to paddle into Force 6 wind.
Two towings closed the day on the water. But the day is not yet arrived at its end.
Once back into the classroom, Trys run an iper-super-mega interesting de-briefing with an excellent picture of the daily paddle around Puffin Island. The most instructive hour of the entir day!
Checking the situation...
Ready to start
Paddling toward Puffin Island...
One more briefing...
One of the most interesting de-briefing ever!
Quando ho deciso di tornare in Galles immaginavo che sarebbe stato interessante. Ma non pensavo che sarebbe stato così interessante!!! Questa prima giornata in acqua è valsa da sola l'intero viaggio!
Ero partita con l'intenzione di osservare alcuni corsi tenuti da insegnanti qualificati in modo da poter continuare ad imparare ad insegnare. Ora che sono arrivata ho capito che c'è tanto altro lavoro da fare, per sperare di migliorare sia le competenze didattiche che le doti personali... Insomma, mi sembra di essere tornata indietro nel tempo, ai tempi dei miei studi universitari.
In effetti, Trys Morris insegna all'Università di Prifysgol di Bangor, presso il Dipartimento di sport, salute ed attività motorie. Il corso di laurea richiede agli studenti di frequentare tra gli altri anche 5 corsi di attività all'aria aperta, tra i quali spiccano le discipline di pagaia!
I ragazzi iscritti al corso di questo secondo semestre devono consolidare le capacità di gestione del gruppo per poter sostenere entro due-tre mesi l'esame 4* e diventare così "team-leader"... date quindi per assodate le competenze tecniche di conduzione dell'imbarcazione, gli studenti vengono stimolati ad affrontare diversi scenari in mare aperto per testare le capacità di gestire e si stare in gruppo.
Così inizia l'avventura: controllo delle previsioni meteorologiche, scelta della destinazione in base alla direzione del vento e agli orari della corrente di marea, carico dei kayak sul carrello e via verso il mare, in direzione della costa orientale di Anglesey. La nostra meta finale è la piccola Puffin Island a poche centinaia di metri dalla costa e dal nome erroneamente evocativo perchè di puffini, in questa stagione, neanche l'ombra!
Appena fuori dalla baia di Penmon soffia un discreto vento di terra, intorno ad un relitto affiorante si forma un piccola tidal-race, un capovolgimento accidentale richiede un primo salvataggio; poi pagaiamo verso costa per scaldarci un po' e da lì dobbiamo effettuare un lungo traghetto per attraversare lo stretto tra il bellissimo faro di Trwyn Du e la boa rossa di Perch Rock.
Il divertimento è appena iniziato: il gruppo prosegue compatto in una "lavatrice" che imbianca tutto il versante settentrionale dell'isola, poi si tuffa in una lunga serie di frangenti che spingono al largo e dopo ancora si intrattiene in diversi briefing per studiare la migliore strategia di gestione del gruppo nel vento, sia contrario che al traverso che a favore... ed infine si cimenta con una sfiancante risalita del versante meridionale contro un vento che Trys valuta senza esitazione come Forza 6.
Un doppio traino sulla via del ritorno suggella la conclusione della giornata. Che però non è ancora finita del tutto.
Rientrati in aula, dopo avere lavato e steso tutta l'attrezzatura, gli studenti vengono coinvolti da Trys in un iper-super-mega interessantissimo de-briefing sui momenti decisivi di ciascuna leadership: ottima occasione per valutare la situazione, riassumere le criticità ed evidenziare le soluzioni adottate. E non in generale, ma scendendo nel particolare di ogni singola conduzione, in un lavoro di gruppo che dura oltre un'ora. L'ora per me più istruttiva dell'intera giornata!

26 gennaio 2015

Kayaking and mountaneering...

Yesterday Mauro paddled on the Maggiore Lake together with Gianni, while I went on my own along the mountain pathways around Dinorwig in the Snowdonia National Park.
While them fought against a 20/25 knots winds and had to paddling just from Cerro to Gurè, I advanced on a cloud of light drops that came with me up to the old slate quarry in Llanberis.
For one of those strange coincidence that sometimes happened in the lifetime, the distance was exactly the same: 13 km of kayaking and 13 km of moutaneering.
Mauro didn't take any pictures, while I shooted hundreds!
p.s. as you maybe noticed, starting from this post I've decided to flip the languages: every update from Wales will so come with the English version on the top and the Italian "translation" below under the pictures...

It's not bad weather, it's just bad equipment!
Interesting remains of the slate-quarrying industry...
Does they really exist? I mean, that people who fight for giving the freedom back to the garden's goblins?!? 
Dinorwik quarries were the largest anywhere in the world and closed down in 1969...
An old railway junctions to reach the quarries at the top of the mountain...
Mentre Mauro ieri pagaiava sul Lago Maggiore insieme a Gianni, io me sono andata in giro da sola per i sentieri di montagna nei dintorni di Dinorwig, alle porte del parco nazionale dei monti Snowdonia.
Mentre loro due combattevano contro un vento a 40/50 km/h che imbiancava lo specchio d'acqua e limitava l'escursione da Cerro a Gurè, io mi inoltravo in una fitta nuvola di goccioline leggerissime che mi inzuppava da capo a piedi e mi accompagnava fino alle vecchie cave di scisto di Llanberis.
Per una di quelle strane coincidenze delle vita, la percorrenza è stata la stessa: 13 km loro in kayak, 13 km io a piedi. Non so loro, perché si saranno persi dietro a chissà quante birre, ma io ho scarpinato per 5 ore filate.
Solo che Mauro non ha fatto neanche una foto, mentre io ne avrò scattate più di 100!
p.s. come forse avrete notato, a partire da questo post e per tutti quelli che scriverò dal Galles, ho deciso di invertire le lingue: inizio con l'inglese, tanto per impratichirmi un po', e la versione italiana slitta sul fondo dopo le foto...

25 gennaio 2015

First days in Wales...

Quando ieri sera Trys mi ha consegnato un piumone colorato, un lenzuolo per letto matrimoniale e ben tre cuscini (yes, tre per davvero!), ho cominciato a capire che il lungo viaggio da Milano a Bangor via Manchester stavo finalmente volgendo al termine. Quando poi ho digitato il codice di accesso alla rete wi-fi ed il mio portatile ha iniziato a navigare nel ciberspazio, allora mi sono sentita proprio a casa! Molto vicino a casa, almeno!
La mia accogliente stanza al secondo piano della Casa Gialla di Deiniolen è il luogo perfetto per iniziare questa nuova avventura nel Nord Ovest del Galles. Due inaspettate giornate illuminate da un timido sole invernale mi hanno fatto credere in una perfetta congiunzione astrale, in virtù della quale sto andando in giro con il giaccone sbottonato e senza guanti né cappello! E dormo senza i miei soliti calzettoni di lana...
E' il terzo letto che cambio in tre notti: il primo è stato quello del B&B in perfetto stile inglese, con tanto di bowindow e caminetto; il secondo un comodissimo piano terra del letto a castello di una strepitosa cameretta per bambini.
Questo è anche il mio terzo giorno in terra gallese e sono colpita dall'elevato numero di cose piccole e semplici che ho dovuto affrontare e risolvere per arrivare al punto in cui sono: prenotare il volo, il treno ed il B&B, comprare una nuova sim card per il mio vecchio telefono cellulare (è il sistema più economico per le telefonate e gli sms UK-UK), chiedere informazioni badando a scegliere con cura ogni parola e a non sbagliare il tempo dei verbi, essere sicura della direzione del treno da prendere, salire e scendere dal marciapiede con i vari bagagli, sorridere al viaggiatore che per aiutarmi ha cercato di sollevare una valigia e ha subito esclamato inorridito: Ma è troppo pesante (e dire che era la più piccola delle tre che mi sono caricata in spalla per dei giorni!)
La cosa più eccitante è stata fare, disfare e rifare i bagagli più volte in poche ore... Sono alquanto sfinita, lo ammetto, ma allo stesso tempo sono sorpresa di come le cose evolvano rapidamente e di come i problemi si risolvano velocemente.
Su suggerimento di Beth Wilkinson ho potuto spedire le barre porta-tutto gonfiabili ordinate on-line direttamente alla fabbrica dei kayak NDK. Nigel Dennis ed Eila Wilkinson si prendono cura di me anche ora che stanno pagaiando alle Bahamas: mi hanno prestato il fantastico Romany Classic giallo che userò durante la mia permanenza in Galles. Trys Morris è una infaticabile "problem-solver": ha telefonato alla sua agenzia assicurativa di prima mattina e ha chiesto l'estensione dell'assicurazione auto per un secondo guidatore. Io mi sono limitata a rispondere a qualche domanda, ho dettato ad una simpatica voce femminile il mio nome, i miei dati personali ed il numero della mia carta di credito e qualche ora dopo stavo già guidando la macchina di Trys sulla A55 per Holyhead!
La cosa più difficile è stata invece trasportare i kayak (due kayak, perché sulla via del ritorno ho fatto una deviazione per recuperare - e caricare da sola! - anche il kayak di Trys... mi sembrava il minimo che potessi fare, oltre al pieno dell'auto). Quella congiunzione astrale in cui avevo cominciato a sperare deve essersi volatilizzata proprio quando ho cominciato a montare le barre porta-tutto gonfiabili. Forse perché le ho prima gonfiate e poi fissate sulla macchina (le istruzioni lo spiegavano chiaramente, ma io le ho lette solo quando sono rientrata a casa!). E forse anche perché ha iniziato a piovere esattamente 10 minuti prima che Beth ed io potessimo issare il kayak sul tetto dell'auto (le istruzioni dicevano anche di assicurarsi che il tetto fosse pulito ed asciutto!).
Considerato anche che stavo guidando un'auto inglese, che gli inglesi guidano sul lato sinistro della carreggiata, che hanno il posto di guida sul lato destro della macchina e che quindi tutti quei benedetti comandi sono invertiti, ogni volta che volevo azionare le frecce mi ritrovavo a far partire i tergicristallo e ad abbassare i finestrini ogni volta che invece cercavo di scalare la marcia...
Insomma, un vero incubo. Nel mentre, la famosa A55 era battuta da forti venti laterali, il kayak tentava più volte di cambiare posizione ed io mi fermavo una continuazione per controllare le cinghie... rimuginando sempre tra me e me che è mille volte meglio pagaiare in mare mosso che non guidare nel vento un'auto fatta all'incontrario!
La cosa più rilassante si è rivelata la pausa del te. Sono sicura che avrò modo di approfittarne ancora (e spesso!) durante i prossimi giorni e ho appena scoperto che al mondo esistono due tipi di persone: quelle che aggiungono il latte solo dopo che il te ha preso colore e quelle che sbagliano!
Ho anche imparato un'altra bella cosa, un paio di giorni fa, leggendo un foglietto incollato sulla porta posteriore del B&B, un sottile gioco di parole che vale anche in italiano: "Oggi è un REGALO, per questo lo chiamano IL PRESENTE"!
Beh, ho la sensazione di apprezzare sempre meglio il mio "presente"!

Trys' car on the frontof the Yellow House: "my house" and "my car" for a while...
Happy lady in a fancy bathroom...
Impulse first buying... wha else!
Driving under the rain... and something more!
From the Bangor Pier: how strong can be the relationship with the sea!
When yesterday evening Trys gave me a coloured duvet, a double bed sheet and three pellows (yes, three indeed!) then I started feeling that the long trip from Milan to Bangor via Manchester was nearly to finished. As soon as I dialed the wireless key and the lap-top flew through the cyberspace thanks to a very good connection, then I definetely felt at home! Very close to home, at least!
My new confortable room on the second floor of the Yellow House in Deiniolen is the perfect place to start my new adventure here in Northern West Wales. Two unexpected timid sunny days also helped me to believe in a perfect stars aligment thanks to which I'm walking around with no hat and gloves on! And I can sleep without my wool socks I usually wear...
This is my third bed since I arrived in Wales (first was a single bed in a very British B&B with a bowindow and a fireplace, second was a bunk bed in special little baby room).
This is also my third day here in Wales and I'm pretty impressed by the high number of simple and little things I had to manage to arrive where I am: book the flight, book the train ticket, book the B&B, then buy a new sim card for my old mobile phone (the cheapest way to call and send text UK-UK), ask for some informations using the right verb in the right tense, be sure about the train direction, manage the luggage up and down every single step, smile to the traveller who wanted to help me and tried to move one and cried out: It's so heavy! (and was just the little one of the three bags I've carried on all the way long!).
The most exciting situation was when I had to packing unpacking and repacking few times in few hours... I'm quite exhausted now but at the same time I'm bit surprised how things are going ahead easily and how problems are been solved one after the other.
Thanks to Beth Wilkinson I was able to receive the inflatable roof bars directly at the NDK factory. Nigel Dennis and Eila Wilkinson are looking after me while they are paddling the Bahamas: they borrow me a fantastic yellow Romany Classic I will paddle during my long stay in Wales. Trys Morris is an untiring problem solving woman. She rang her insurance agent yesterday early in the morning asking for an extencion of the car insurance for a second driver. I just gave my name, personal data and credit card number and few hours later I was driving Trys' car along the A55 route to Holyhead!
The worst situation came with the kayaks' transfer (tow kayaks because on the way back I went to Conwy to pick up Trys' kayak). That special conjunction broke down when I had to start using the inflatable roof bars. Maybe because I first inflate and then lay them across the car (whereas the instructions explain to do exactly backwards - BUT I've read it only once I came back home!). Also maybe because it started raining excactly 10 minutes before Beth and I were ready to fixed them on the roof of the car (the instructions also say "make sure the roof surfaceis clean and dry"!).
One more thing to considere: I was driving an English car! English drivers drive on the left side of the road as well as Englsh driver's seat is on the right side of the car and all the controlls are inverted compared with Italians. So... everytime I wanted to use the turn signal I get the windscreen-wiper on and when I was ready to shift into gear I started open the window. A little nightmare. The A55 was also affected by strong winds, the kayak often tried to move away and I had to stop three time or more to check the straps... Every time I thought that paddling a kayak in the rough water is so much better than drive a car in that ugly windy conditons!
The most relaxing situation, however,  was the tea break. I'm pretty sure I will be able to enjoy it more and more during the next days. And I've just learnt that there are two types of people in the world, those who put the milk in after the tea has brewed and those who are wrong!
I learnt one more thing a couple of days ago, this one from the post-it glued on the B&B's back door: "Today is a GIFT, this is why they call it THE PRESENT". Well, I have the feeling that I'm appreciating my "present" better than ever!

21 gennaio 2015

Wales: I'm arriving!!!

Ecco, l'ho fatto!
Ho prenotato il volo per Manchester, il B&B per la prima notte, il taxi per la stazione, il treno per Bangor, la stanza in affitto a Pen-y-Groes, appena fuori città. Ho anche comprato le barre gonfiabili porta-tutto e, grazie alla generosità di Nigel Dennis ed Eila Wilkinson, ho trovato un kayak in prestito, un fantastico Romany della Nigel Dennis Kayak! Mi manca soltanto l'automobile, poi ho tutto quel che serve per trascorrere al freddo e al gelo i prossimi due mesi!
Un sogno a lungo accarezzato sta per diventare realtà: vado a "studiare" kayak in Galles, ad Anglesey, ad Holyhead, a Plas y Brenin, nel Menai Strait, sulle tidal race di Penrhyn Mawr... wow!!!
Ci pensavo da un bel po', da maggio dello scorso anno, da quando ho capito che avevo bisogno di seguire e di farmi seguire da insegnanti ancor più qualificati per continuare ad affinare le mie competenze didattiche.
E per imparare a padroneggiare un po' meglio 'sto benedetto inglese universale!
Così ho scelto il Galles, dove parleranno anche un dialetto incomprensibile ma in compenso c'è la più alta concentrazione al mondo di scuole di kayak e di insegnanti free lance!
Voglio arrivare preparata all'esame finale di Level 3 Coach, voglio fare incetta di corsi e pagaiate e uscite nell'oceano, voglio imparare a bere la birra (mah! forse meglio non bere più, dopo la performance di domenica scorsa!!!), voglio... beh, vorrei! vorrei riuscire a far tutto, ma mi accontenterei di riuscire anche soltanto nella metà delle cose!
Parto contenta, entusiasta e angosciata insieme, ma carica di buone intenzioni... se resisto al freddo, torno dopo Pasqua, dopo un'altra capatina in Spagna, dove sono stata invitata all'attesissimo Symposium Pagaia di Llança! Vi farò sapere cosa ne sarà di me!

Anglesey ed il Galles offrono un 'mare' di cose per gli appassionati di kayak...
Riuscirò a far star tutto in due borsoni da stiva ed un bagaglio a mano?!? 
Si! C'entra tutto, pure l'ansia da distacco!!!
Ok, I did it!
I've booked the flight to Manchester, the B&B for the first night, the train to Bangor, the room in Pen-y-groes, just 15 miles out of the town. I've also bought a pair of inflatable roof bars and, thanks to Nigel Dennis and Eila Wilkinson, I'm so lucky to have a fantastic NDK's Romany in use! The car is the only missing thing, then I have everything I need to spend a couple of month freezing in the North West Wales!
An old little dream is about to becoming a reality. I'm going there to "study" sea kayaking at Plas y Brenin, to paddle again around Anglesey, to catch the wind in Holyhead, in the Menai Strait or flowing up and down on the tidal races of Penrhyn Mawr... wow!!!
I was dreaming on it for a long time, since last May, when I've realized that I need to work with sme qualified sea kayak coaches to improve my didactic skills.
AND to learn bit better the international speech generally known as English language!
So I will move to Wales, where they speak an obscuree dialect but on the other hand they have the largest concentration in the world of sea kayak centres, schools and free lance coaches!
I want be well prepared to (hopefully) pass my next Level 3 Coach assessment and I want to go ahead paddling in the ocean and I want to lear drinking a beer (mah! maybe it's better to stop drinking at all, especially after last Sunday performance!!!), I want... ehm, well, I would! I would succeed in doing everything, but I would be more than happy to be able to realize just half of the things I've putted in my plan!
I now feel enthusiastic and scared at the same time, full of good intents and positive feelings... If I will be as strong as to put up with the awful weather conditions, I will come back home just after Easter, after one more week in Spain, where I was invited to join the eagerly awaited Pagaia Symposium in LlançaI let you know what will happen to me, stay tuned!

20 gennaio 2015

Symposium Pagaia 2015!

Il Symposium Internazionale Pagaia festeggia il 10° anniversario!
Si svolge ad anni alterni a Llança, in uno dei più bei tratti della Costa Brava, in Catalogna, la regione nord orientale della Spagna affacciata sul Mar Mediterraneo.
Ho avuto il piacere di partecipare all'incontro del 2013 e sono molto felice di avere ricevuto l'invito per tornare anche nel 2015... non vedo l'ora!


L'appuntamento è fissato, come da tradizione, nella settimana precedente la domenica di Pasqua:
nelle giornate di sabato 28, domenica 29 e lunedì 30 marzo si terranno i corsi più disparati (dalle tecniche di pagaia nel vento allo sbarco nel surf e sulle rocce, dalle manovre di sicurezza e salvataggio alle varie figure di rolling groenlandese); nella settimana successiva e fino al 4 aprile si svolgeranno invece i corsi 3 e 4 stelle BCU. Sarà un'ottima occasione per conoscere pagaiatori provenienti da altri mari e per condividere insieme esperienze nuove ed emozionanti.


Come sempre, il folto gruppo di insegnanti vanta la presenza di kayakers di fama internazionale e con loro sarà possibile partecipare anche alle escursioni giornaliere lungo la riserva naturale di Cap de Creus. Il programma è fitto, l'organizzazione impeccabile, la convivialità assicurata... è un appuntamento da non perdere e conviene affrettarsi ad iscriversi perchè i posti sono tanti (quasi duecento) ma vanno sempre a ruba!
Per informazioni visitate il sito dedicato all'evento e per le prenotazioni cliccate qui... ci vediamo a Llança!!!

19 gennaio 2015

Tati-HIC!-yak

Lo sapevo già: bere mi fa bene! Un gran bene! Un benissimo!
Mi basta un goccetto per diventare allegra, un paio di bicchieri per iniziare a ridere, un terzo bicchiere per perdere il controllo. Se poi, come è successo ieri mattina, mi scolo una mezza fiaschetta di grappa ed un punch al mandarino tutto d'un fiato, allora mi prende una ridarella incontenibile e contagiosa che non mi passa più!
Dovevo trovare un rimedio immediato ed efficace per digerire il giapponese della sera prima. E l'ho trovato!
Ma ho preso una ciucca colossale! Di domenica mattina! E non ero certo da sola!
Ero insieme a dieci compagni di pagaiata (che scommetto NON manterranno il massimo riserbo sulla vicenda!) e ad un nutrito pubblico che affacciato alla balaustra del lungo lago si è goduto il lungo siparietto in costume...
Qualche anima pia mi ha aiutato ad indossare la muta. Ho provato da sola ad infilare i calzari ma appena ho tirato su la testa il lago ha preso a girare in vortici sempre più ampi. Al momento del paraspruzzi ricordo solo di essermi seduta in ginocchio sulla sabbia... stremata dalle risate!
Quando le nebbie si son diradate, a pomeriggio inoltrato, ho capito di poter aspirare alla vice-presidenza onoraria del futuro "Sea kayak drinking team"!
E ho capito anche un'altra cosa fondamentale dell'andare in kayak: da ubriachi è davvero difficilissimo!!!

Quattro per mettermi in kayak, due per scattare foto, uno per fare il filmato!
Il gruppo di spettatori (dietro l'obiettivo il mitico Luciano Belloni)
Sulla via del rientro ho barcollato ancora un po'...
I already know: drinking make me happy! Very happy! Very much indeed!
It's enough a short glass to make me smile, a pair of glasses to begin to laugh, a third glass to lose control. If if happens, as it has happened yesterday morning, I drink a half flask of grappa and also an alcoholic punch, then I burst put laughing hysterically!
I had to find an immediate and effective remedy to digest the food I had eaten the night before at the Japanese restaurant (very good but too much food!). And I've found it! But I've so started the Sunday morning completely drunk! In front of ten paddle buddies (what do you think? they won't maintain the secret about the story! of course not!) and a lot of unknown people who generally have a walk on the lake shore... last Sunday they have had a sunny day with an extra special sketch!
Someone has helped me to wear the dry suit. I've tried alone to put the boots on but as soon as I've tried to stand up again then the whole lake has taken to turn around in ample whirls more and more. The worst moment was with the spryskirt. I only remember me sitting on the knees on the sandy beach... exhausted for to much laughing! I've realized that I'm the right person to be the vice-president of the rising club called "Sea kayak drinking team"!
I've also understood one more fundamental about sea kayaking: it's so difficult when drunk!!!

16 gennaio 2015

Ondalunga kayak Salerno: la rinascita!

La notte tra il 10 e l'11 dicembre dello scorso anno è andato a fuoco uno dei capannoni sulla spiaggia di Vietri sul Mare che erano stati da qualche tempo adibiti a rimessaggio di kayak e canoe dell'associazione Ondalunga kayak Salerno.
Sono andate distrutte oltre 50 imbarcazioni, compresi i gozzi tradizionali costruiti dagli artigiani locali. Una brutta ferita per i nostri compagni di pagaiate... e per quel tratto di costa che è senza dubbio uno dei più belli d'Italia, entrato nel cuori dei tanti kayaker che hanno avuto la fortuna di scivolare in mare lungo le sue pareti rocciose, le sue calette idilliache e le sue grotte nascoste! Una ferita da rimarginare!

La dolorosa immagine del rogo che ha distrutto il parco barche dell'Associazione Ondalunga Kayak Salerno
Lo spirito positivo, l'ottimismo e la voglia di rinascita, infatti, non hanno tardato a farsi strada.
La seconda foto, infatti, è stata pubblicata dai soci appena una decina di giorno dopo il rogo.
Un paio di giorni fa, inoltre, è stato eletto il nuovo direttivo: il neo-nominato presidente Gaetano Clarizia, che subentra a Gianni De Luca, è già da tempo al lavoro ed ora si sta rimboccando ancor di più le maniche. La nuova squadra è giovane ed entusiasta e colorerà presto il mare di nuovi sorrisi!
Ho da poco ricevuto una mail da Gaetano (ops, pardon: dal Presidente Clarizia!) in cui scrive che i lavori di ristrutturazione dei capannoni stanno procedendo, che la manutenzione ordinaria è stata completata e che a fine mese sperano di poter rientrare nei rimessaggi.
O meglio, rientreranno i soci che hanno ancora un kayak!

L'unica cosa che arde è la passione! (cit. Pierpaolo Figliolia)
Per tutti gli altri è stata prontamente riattivata la raccolta fondi: l'obiettivo è quello di acquistare 3 o 4 kayak che potranno essere usati a rotazione dai soci che hanno perso il proprio nel rogo e che al momento non hanno la possibilità di acquistarne un altro.
Spero che la nostra piccola ma solidale comunità di pagaiatori possa stringersi intorno agli amici di Ondalunga e dimostrare, come ha già fatto in passato per gli altri imperdonabili roghi di Rapallo, Trieste e Venezia, di essere una "fenice marina" capace di risorgere dalle proprie ceneri.
Ogni contributo potrà essere versato a questo IBAN, intestato ad Ondalunga Kayak Salerno A.S.D.:
IT98Z 0503015200000010042042 - causale "RINASCITA ONDALUNGA"

15 gennaio 2015

Robert Peroni ospite di Italiammassalik a Genova

Pubblichiamo volentieri il comunicato stampa che ci ha inviato Ottorino Tosti di Italiammassalik con la richiesta di promuovere l'incontro con l'esploratore e scrittore Robert Peroni che presenta il suo ultimo lavoro "I colori del ghiaccio" (Sperling & Kupfer editore, già comperato e letto!).

Invitato dall'associazione genovese ItaliAmmassalik, che da diversi anni lavora per creare un 'ponte' fra la piccola comunità Inuit di Ammassalik e il mondo occidentale, Robert Peroni, uno dei grandi esploratori dell'artico, sarà martedì 20 gennaio, alle ore 18, alla libreria Feltrinelli, in via Ceccardi a Genova.
Presentato da Walter Bontempi e da Ottorino Tosti, intervistato da Roberta Baronchelli di Mentelocale.it coglierà l'occasione dell'uscita del suo ultimo libro “I colori del ghiaccio” per farci scoprire territori sconosciuti, tradizioni e usanze sopravvissute per centinaia di anni fra i ghiacci della costa orientale della Groenlandia.
Racconterà di Tobias, il cacciatore che ha avuto il coraggio di affrontare da solo uno dei più temibili predatori marini, l'orca; del vecchio e saggio Anda, che gira i villaggi suonando il tamburo e mantenendo vive le antiche tradizioni, e di tanti altri che chi ha visitato Ammassalik ha potuto conoscere di persona.
A queste storie mescolerà il racconto della sua mitica spedizione del 1983, Tre mesi in uno dei luoghi più pericolosi e inospitali della Terra, l'altopiano interno, 1300 Km da costa a costa lungo il 75° parallelo dove le temperature raggiungono non di rado i -40°/-50°. Fu una delle imprese più audaci delle esplorazioni artiche portata a termine senza il conforto dei moderni strumenti di comunicazione e di localizzazione, né telefono satellitare né GPS, e senza l'ausilio né di cani per il traino della slitta con 180 Kg. di materiale né di alcun mezzo meccanico.
Poi lui rimase colpito dalla magia di quel Mondo di ghiaccio pieno di umanità e lasciò tutto per stabilirsi lì, ad Ammassalik, uno dei luoghi più isolati e inospitali della Groenlandia, dove ha creato il progetto sociale ‘The Red House’ con l'obiettivo di aiutare i giovani Inuit di Ammassalik a crearsi un futuro nella loro terra d'origine.


L'esistenza della comunità Inuit di Ammassalik noi occidentali l'abbiamo scoperta nel 1884. Fino a quel momento si riteneva che tutta la costa orientale della Groenlandia fosse disabitata. Allora questa comunità contava 413 individui. Oggi sono poco più di 3000 sparsi in sei piccoli villaggi distanti fra loro anche 50/70 Km.
Nonostante la pressione esercitata dal mondo occidentale questa comunità è riuscita a mantenere i principali tratti della cultura originaria, che si rintracciano  nel folklore, nelle concezioni della vita, nel comportamento tenuto durante la caccia, caratterizzato da un forte rispetto verso l'animale predato. E' anche praticamente mancante del senso della proprietà. In sua vece ha sviluppato un forte senso della condivisione, indispensabile per fare fronte alle carestie che hanno sempre colpito questi fiordi. Ancora oggi la caccia e la pesca, specialmente in inverno, molte volte non sono sufficienti per alimentare l'intero gruppo sociale: allora si rimane senza mangiare anche per svariati giorni. Qui non si va al supermercato.
Si mangia soprattutto carne di foca. La foca è l'alimentazione abituale.
E' fondamentale, ogniqualvolta si parla di caccia alla foca, fare una precisazione sul pensiero corrente che gli Inuit massacrerebbero le foche per venderne la pelliccia, perché questo del massacro delle foche da parte degli Inuit è un  detto comune veramente fuori luogo.
L'uccisione delle foche per predarne la pelliccia era, ed è ancora praticata nonostante le leggi lo vietino, in Canada e in Alaska dai bracconieri, non certo dagli Inuit. Nessun Inuit ucciderebbe un animale per venderne la pelle. La caccia è praticata esclusivamente a scopo alimentare.
Un tempo le pelli delle foche uccise per essere poi mangiate venivano vendute e questo commercio dava una certa stabilità economica. Le campagne ambientaliste degli ultimi venti anni hanno stroncato questo commercio e questa popolazione sta adesso sopravvivendo a stento mancando dell'economia più basilare per acquistare le cose necessarie alla vita: il gasolio per riscaldarsi e muovere le barche, qualche genere alimentare di sopravvivenza, l'abbigliamento.
Insomma, una popolazione che deve, da noi occidentali responsabili della sua cattiva sorte, essere adesso conosciuta e aiutata.
Questo ed altro verrà a raccontare Robert Peroni a Genova il prossimo martedì 20 gennaio!

14 gennaio 2015

Noi Inuit - I Popoli del freddo artico

Oggi è arrivato il catalogo della mostra.
Con nostra grande sorpresa ed altrettanto grande piacere!
Avevamo già parlato nella newsletter di dicembre della mostra "Noi Inuit - I popoli del freddo artico", organizzata dalla Fondazione Hermann Geiger ed in programma a Cecina di Livorno dal 6 dicembre 2014 al 25 gennaio 2015.
Ora siamo contenti di poter anticipare alcune immagini del catalogo che ci è stato recapitato così gentilmente dagli organizzatori, presumiamo per la cortesia di averli messi in contatto con Ottorino Tosti. Niente di più facile e naturale, per noi che, nel piccolo mondo del kayak da mare, condividiamo la profonda passione per la cultura Inuit.

Il bel catalogo della mostra
La giacca da festa da bambino in basso a destra fa parte della collezione dell'Associazione Italiammassalik
Il modellino di kayak di Villa del Balbianello: potremmo andare a vederlo in kayak!
Volevamo ritagliarci un giorno durante le festività natalizie per "scendere" in Toscana, ma Mauro ha dovuto lavorare senza interruzione e non ci è stato possibile. Ora che sono in procinto di partire per il Galles il tempo stringe e vorrei che le giornate durassero 80 ore perchè non riesco a star dietro a tutto quel che ho ancora da fare. Insomma, alla fine niente mostra, purtroppo.
Ma c'è ancora tempo per visitarla, tutti i giorni dalle 16 alle 20, fino al 25 gennaio!
L'ingresso è gratuito e tra i vari modellini di kayak provenienti dalla Villa del Balbianello ed uno skin on frame alaskiano del 1942 si possono ammirare anche diversi tupilak ed ornamenti tradizionali della collezione della "nostra amica" associazione Italiammassalik!
Cogliamo l'occasione per ringraziare di tutto cuore la Fondazione Geiger per aver pensato, organizzato e promosso la mostra... e per averci fatto omaggio del bellissimo catalogo!

12 gennaio 2015

Fun and fear

Ogni domenica sul lago è una domenica diversa!
Il Lago Maggiore è sempre capace di sorprendci, anche nell'arco di una stessa giornata!
Le previsioni meteo, ormai più che attendibili, annunciavano venti forti con raffiche a 25 nodi.
Al mattino una nebbia fitta e ovattata avvolgeva ogni cosa, tanto che non si vedeva l'altra sponda, distante appena 4 km. Poi, dopo colazione, il sole ha squarciato le nubi ed il blu del cielo ha inondato le montagne. Appena entrati in acqua, le iniziali folate di una brezza leggera da nord si sono presto trasformate in un poderoso phon. Nell'arco della giornata, il lago si è striato di lunghi filamenti biancastri, con la sola tregua dell'ora di pranzo consumato al riparo della vecchie fornaci in disuso di Caldè, riservandoci sulla via del ritorno alcune sferzate che hanno nebulizzato l'acqua e spinto i kayak a 13 km orari... Una volta giunti nel golfo di Laveno Mombello, infatti, il vento caldo ha lasciato il posto al più freddo Mergozzo, che in pochi minuti ha scatenato raffiche poderose che hanno agitato il lago come fosse il mare e che ci hanno costretti ad uno sbarco in surf a zattera. Mentre toglievamo mute e giubbotti, cercando di contenere l'entusiasmo e continuando ad ammirare i continui cambi di colori ed umori del lago, un gruppetto di velisti si è avvicinato e tra i denti ci ha tetto: "Vi siete proprio divertiti, oggi, vero?". Era la condizione ideale per testare il nostro personalissimo limite tra divertimento e paura, "fun & fear" come dicono gli inglesi, e per capire che noi eravamo tutti inesorabilmente cascati dentro il primo: è stata una giornata di puro godimento!

Dopo l'esperienza alla Palmaria, Gianni ha comprato il kayak e Mirella ha cambiato la barca!
Pranzo al sole e senza vento (foto di Gianni)
Un incontro insperato...
Il Voyager sulla via del ritorno, prima del ritorno dei fratelli minori di Eolo!
Lo sbarco a Cerro di Laveno col Mergozzo che gonfia il lago (foto del mitico Luciano!)
Every Sunday on the lake is a different Sunday!
The Maggiore Lake surprises us every time, also within the same day!
The weather forecast are always more reliable and announced strong winds gusting to 25 knotes.
In the morning a dense fog coverd every thing, and we were not able to see the opposite bank far just a couple of miles. Then, after the breakfast, the sun has torn the clouds and the blue sky has flooded the mountains. When we started paddle, the light northern breeze turned into a mighty phon, a strong hot wind quite frequent on the Alps. During the day, the lake is striped of long whitish filaments, with just a break at the lunch time, spent to the sheltered little beach under the old abandon brickyards of Caldè. One the way back, the lake has reserved us some amazing lashes that have nebulized the water and pushed the kayaks to 7 knots speed... Once comes into the gulf of Laveno Mombello, the warm wind has left the place to the coldest Mergozzo, that in few minutes has instigated mighty gusts that have shaken the lake as it was the sea and that have forced us to land in a soap surf zone with two kayak rafted together with the contact-line. While we were undress PFD and dry-suit, trying to contain the enthusiasm and going on to admire the continuous changes of colors and humors of the lake, a group of sealor men shouted to us: "You really have had a good time, today, is it true?". It was the ideal condition to judge our personal limit between fun and fear, as the English usually say, and to understand that we were all inexorably fallen inside the first one: it has been a Sunday plenty of enjoyment endeed! 

09 gennaio 2015

E' ufficiale: abbiamo otto nuovi Istruttori FICK!


La FICK vanta otto nuovi Istruttori di kayak da mare!
Con delibera del 13 dicembre 2014, infatti, il Consiglio Federale "visto quanto riportato dalla Guida alla formazione - Attivazione dei Corsi di Formazione, preso atto del corso regolarmente svolto nell'anno 2013-2014 presso il Comitato Regionale Sicilia - LNI Palermo Arenella e del relativo verbale, acquisite le singole valutazioni finali dei partecipanti al corso" ha adottato la relativa delibera N.213/14 e ha formalmente nominato Istruttori di attività promozionali, amatoriali e di tempo libero nella disciplina acque non in corrente, indirizzo sea kayak i fantastici otto: Antonino Pusateri, Dario Bisso, Domenico Amato, Enrico Cigno, Gianluca D'Antoni, Giulio Ceccacci, Massimo Chiti e Danilo Tulone.
A breve arriveranno anche gli attestati formali e sarà ancora grande festa!

Uno dei momenti del corso di formazione FICK svolto presso la LNI Palermo Arenella
I nuovi istruttori vantano un curriculum di tutto rispetto, avendo superato una preliminare prova di preparazione, un corso articolato in due sessioni di quattro giornate ciascuna e un tirocinio di 60 ore di insegnamento effettivo durante il periodo estivo 2014 sotto la supervisione di Maestri federali.
Hanno tutti dato prova di avere non solo buone competenze tecniche ma anche ottime capacità didattiche. Sono molto orgogliosa di avere contribuito alla loro formazione insieme a Mauro Ferro e a Vincenzo Stuppia!
A mio fratello, che da tempo pagaia ma non ha ancora imparato ad eseguire l'eskimo, consiglierei certamente di seguire un corso specifico con uno qualsiasi dei nuovi Istruttori FICK di kayak da mare. Sono tutti altamente qualificati e sono dislocati in tutta Italia: Toni Pusateri a Torino, Massimo Chiti a Firenze, Giulio Ceccacci e Nico Amato a Roma, Danilo Tulone a Marsala e Dario Bisso, Gianluca D'Antoni ed Enrico Cigno a Palermo.
Complimenti a tutti per l'impegno profuso e per il risultato conseguito!

06 gennaio 2015

L'Epifania tutte le feste si porta via...

Ci capita molto raramente di andare in kayak ogni due giorni... e di trovare il lago in condizioni tanto diverse, non più una pentola in ebollizione, ma un lago vero!

La macabra usanza medioevale di dar fuoco alla povera vecchia cara Befana...
We rarely paddle every two days... and we were very surprised to find the lake in a so different condition, not a boiling pot anymore but a simple real lake!

05 gennaio 2015

Paddling around

Abbiamo la fortuna di appartenere a quella folta schiera di pagaiatori che NON deve pagaiare il primo dell'anno per assicurarsi di pagaiare per il resto dell'anno. Così, saltata la pagaiata inaugurale del primo gennaio, abbiamo rinnovato l'incontro con il Lago Maggiore giusto ieri, in una splendida domenica soleggiata in cui soffiavano venti caldi da nord tra i 15 ed i 20 nodi. Non c'era nessun altro!
Quando ho fissato la mia girandola colorata sulla poppa del kayak ho pensato che sarebbe stato l'ultimo viaggio insieme: la forza del vento avrebbe potuto sfilacciarla, com'era capitato all'altra. Invece, benché intense e continue, le raffiche ci hanno spinto a planare sulle onde spumeggianti così rare sul lago e hanno reso molto frizzanti le traversate che avevamo scelto di affrontare: prima verso Verbania sulla sponda piemontese e, dopo un bel pranzetto sotto il sole ben ridossati in un porticciolo turistico, di nuovo verso il nostro amato punto di partenza. Tre ore nel vento, seguite da un paio d'ore al bar con amici incontrati per caso... un buon inizio d'anno!


Mentre affrontavo a testa bassa le sferzate del vento, il pensiero è corso lontano, ad acque salate dai colori intriganti che dei nostri amici kayaker stanno solcando in questi giorni e per molti altri ancora.
Deb Volturno e Paula Renouf iniziano oggi la circumnavigazione dell'Isola Great Barrier in Nuova Zelanda, Helen Wilson e Mark Tozer di Greenland or Bust sono già partiti con Wes Moses per tentare la circumnavigazione della Giamaica (non male!) e la nostra coppia preferita Eila Wilkinson e Nigel Dennis sono da giorni impegnati nella loro nuova avventura alle Bahamas: abbiamo inserito nel blog di Tatiyak il link diretto al loro blog perchè i racconti di Eila sono sempre pieni di particolari curiosi e divertenti! Saranno giorni pieni di pagaiate per ogni dove!


We both are lucky enough to be part of that large group of sea kayakers that doesn't need to paddle the first day of the year to be sure of paddling for the rest of the year. So, skipped the inaugural paddling of January 1st, we've renewed the meeting with our belowed Lake Maggiore exactly yesterday, during a beautiful sunny Sunady when strong hot winds were blowing from the North among 15 and 20 knots. There was nobody else: we were alone!
When I've fixed my colored windmill on the stern of the kayak I've thought that it would have been the last trip together: the force of the wind would have been able to fray it, as it happened to my last one. Instead, although intense and continuous, the gusts have pushed us to surf a little bit on the foamy waves, so rare on the lake, and have made very fizzy the two crossings we choose to attempt: first to the opposite shore and than, after a relaxed lunch under the sun in a sheltered little touristic dock, again toward our familiar beach. Three hours in the wind, following by a couple of hours to the cafe with friends met by chance... a good beginning of year indeed!



While I was facing the lashing of the wind, my thought was running so far, to salted waters with fascinating colours. I was thinking on our friends paddling around...
Deb Volturno and Paula Renouf begin the circumnavigation of the Great Barrier Island in New Zelanda, Helen Wilson and Mark Tozer of Greenland or Bust today they have already departed with Wes Moses to try the circumnavigation of Jamaica (not badly!) and our preferred couple Eila Wilkinson and Nigel Dennis have been involved since some busy days in their new adventure to the Bahamas: we have immediately update Tatiyak's blog wih the direct link to their blog because it's full of curious stories and amusing details! There will be long days full of paddling for every where!